Una città: Marsiglia. Un nome: Eric. Un paese: Inghilterra. La soluzione del rebus non è Cantona. L’accento sul nome non è alla francese sulla ‘ì’. La risposta nasce nella tranquilla Cheltenham, nel 1994, e si chiama Dier. Non proprio un uomo copertina della spedizione inglese ad Euro2016, ma il gol di ieri alla Russia ha fatto riflettere tanto che oggi la stampa d’oltremanica parla di un uomo-chiave per Hodgson, già inamovibile del Tottenham di Pochettino. Anche appassionato di boxe, non disdegna i giochi di società come la dama o il Monopoly e nemmeno il golf, con un nonno molto noto nel calcio inglese anche se lui alla prima stagione in Premier si è sentito “uno straniero”. Ecco cinque curiosità da sapere su Eric Dier:
1.NIPOTE D’ARTE
Tra tanti figli d’arte nel mondo del calcio c’è anche chi è nipote d’arte. Come Dier appunto. Suo nonno, Ted Croker, classe 1924, dopo esser stato pilota della RAF (Royal Air Force) durante la seconda guerra mondiale, diventò un apprezzato calciatore e in seguito anche un uomo di vertice della FA, la Football Association. Storica in Inghilterra la sua replica al primo ministro Margaret Thatcher nel 1985, che chiedeva di eliminare la piaga dell’ hooliganism in seguito alla tragedia dell’Heysel: “Queste persone sono il problema della società, non vogliamo i teppisti nel nostro gioco. Ora sta al calcio inglese far ritornare l’ordine”. Eric però non l’ha mai conosciuto: “E’ morto prima che io nascessi ma mia madre e mia nonna mi hanno detto tutto di lui”.
2.CRESCERE A LISBONA
Insieme alla famiglia Eric nel 2001 lascia l’Inghilterra: tutti a Lisbona ed è lì che il piccolo Dier di 7 anni inizia a tirare i primi ‘veri’ calci al pallone, allo Sporting Clube. Intanto proseguiva negli studi, frequentando la St Julians la stessa scuola di Kasper Schmeichel, anche lui a Lisbona nel periodo in cui il padre Peter giocava allo Sporting. Proprio grazie alla scuola nel 2004 ha avuto la possibilità di far visita alla nazionale inglese durante la preparazione in vista dell’Europeo di allora. “Era un ragazzino molto disciplinato e molto dolce”, le parole dei grandi che iniziavano a conoscere questo biondino dell’Academy dello Sporting. Il legame col Portogallo è molto forte, tanto che alla sua prima stagione in Premier disse: “La gente pensa che visto che sono inglese io sia abituato a tutto questo. Ma in realtà mi sento come uno straniero”.
3.SOGNANDO BECKHAM
Bend it like Beckham, il titolo in inglese del noto film. Ma da ieri, dopo la punizione da cui è nato il primo gol inglese, sui social, si è iniziato a dire anche Bend it like Dier. Piazzala come Dier. Sotto l’incrocio, imprendibile, chiedere ad Akinfeev. E pensare che in campionato questo giocatore non ha mai tirato un calcio piazzato. Hodgson e l’Inghilterra invece scoprono un Dier all’occorrenza anche cecchino, che realizza il primo gol inglese su punizione in un Europeo. A scuola da Beckham: “Ne ho viste tante di sue punizioni. Da quando ero piccolo mi divertivo a provarle”, ha ammesso Dier. E forse quella passione per Beck e i calci da fermo è cresciuta ancora dopo la foto scattata ad Euro2004: il sogno di un bambino di 10 anni che si realizza e che 12 anni dopo l’Europeo lo vuole vivere da protagonista.
4.GOL SU (AUTO)GOL
Sì, ieri il gol ma in amichevole a fine maggio anche un autogol con la maglia della nazionale. E anche ieri prima di quella punizione rischiava di fare il bis: con la testa, invece di spedire via il pallone dall’area di rigore è venuto un tiro sbilenco verso la porta tanto che Hart ci ha dovuto mettere un guantone per prolungare oltre la traversa. In amichevole contro l’Australia invece la (sua) palla entrò. Un autogol allora ininfluente ai fini del risultato, l’Inghilterra comunque la vinse 2-1, e che non ha fatto cambiare idea a Roy Hodgson che l’ha comunque inserito nella lista dei convocati per questo che per Dier è il primo Europeo.
5.FUNZIONALE
Uomo chiave dell’Inghilterra, metronomo nel cuore dello schieramento di Hodgson. Dopo i novanta minuti di ieri, la stampa inglese l’ha definito in tanti modi pur di far capire la sua importanza per la squadra. E non solo perchè poi ha segnato; le statistiche anche sono dalla sua: contro la Russia 61 passaggi completati su 68 tentati (89%), 100% di tackle vincenti. Nell’economia della squadra la sua posizione attuale gli consente di esprimersi al meglio, ma non solo in nazionale. Nel Tottenham è un giocatore di cui Pochettino non intende mai fare a meno: in questa stagione, tra campionato, Europa League, FA Cup e League Cup ha collezionato 51 presenze in totale. Una crescita sotto l’ala di Pochettino, l’allenatoreche gli ha cambiato ruolo e da difensore centrale l’ha trasformato in centrocampista: uno schermo davanti alla difesa con licenza di avanzare, dettare i primi passaggi della manovra ed anche proporsi come tiratore scelto da posizioni interessanti.