Questo sito contribuisce all'audience di

Incanta, segna e si commuove: Iniesta guida il Barcellona alla vittoria della Copa del Rey, manita al Siviglia di Montella

Si è chiusa con gli occhi lucidi di Andrés Iniesta una gara senza storia, decisa di fatto già dopo il primo tempo. Il Barcellona ha vinto il primo titolo di questo finale di stagione, la Copa del Rey va in Catalogna. Dopo la grande delusione per l’eliminazione dalla Champions la squadra di Valverde ha sconfitto (o meglio, cancellato) il Siviglia di Vincenzo Montella. 5-0 il risultato finale al Wanda Metropolitano, Don Andrés solleva così il suo 33° titolo con il club blaugrana nella sua carriera – in attesa della Liga prima, forse, di dire definitivamente addio al club della sua vita.

Un’emozione forte in un’altra serata trionfale, firmata con uno splendido gol nella ripresa. Ad aprire la serata la rete di Suarez (autore di una doppietta), poi il solito gol di Messi – capace di eguagliare il record di Zarra segnando in cinque finali di Copa Del Rey. Partita di fatto chiusa, il Siviglia non è minimamente riuscito a reagire e ha subito poi anche il quarto gol – di Iniesta, appunto – e il quinto su rigore di Coutinho. Il pesante ko di Roma ha insegnato tanto ai blaugrana, ha toccato il loro orgoglio nel profondo. Poi il destino ha voluto che il numero otto sollevasse da capitano un’altra coppa, dopo essere uscito tra gli applausi di tutto lo stadio. Un’ovazione lunga e meritata, quasi a ripercorrere una carriera straordinaria a tinte blaugrana ma anche legata a doppio nodo a tutta la Spagna. Un calciatore meraviglioso, un uomo giustamente esaltato in ogni campo in patria e in Europa. Subito dopo il fischio finale, Montella è andato a stringergli la mano; Andrés ha fatto un cenno con la testa, quasi in imbarazzo.

Dalle lacrime di casa Barça a quelle del Siviglia: grande delusione in casa andalusa, il pianto di Banega e di Vazquez di fronte a un risultato pesante, con la squadra dell’allenatore italiano che davvero non ha avuto modo di dire la sua. Era iniziata con i soliti fischi all’inno nazionale (anche se si dice che questa edizione sia stata la meno fischiata degli ultimi anni), la serata è poi proseguita con i canti continui dei tifosi del Siviglia che non hanno smesso di farsi sentire nemmeno dopo il quinto gol (il 42° subito in 26 gare con Montella). Ed è finita con gli applausi per il giocatore che si è presto un’altra volta la scena. In silenzio, con il suo tocco magico e la capacità di essere grande tra i più grandi – che sia Barcellona o Nazionale, Liga, Champions, Mondiale o Copa.

La Spagna ancora non lo ha salutato e già si chiede quanto tempo passerà prima di vederne un altro così. Perché uno come Iniesta rappresenta il calcio, il genio; gli avversari lo riconoscono, i suoi tifosi lo adorano. Passano gli anni e lui è sempre decisivo. Segna, incanta e si commuove. E si porta a casa un altro trofeo. Nella serata nel Barça, Don Andrés diventa il simbolo del successo e con i compagni si regala un altro trionfo.