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Gli Steven Bradbury del pallone: quando l’impossibile diventa realtà

Prima che diventassero realtà, le definivano “impossibili”. Prima che venissero portate a termine, più che un obiettivo sembravano un sogno. Eppure, alcune imprese rimangono lì: incompiute, a volte persino impensabili. Passano il tempo ad attendere che il giusto eroe si faccia avanti. Un prescelto, verrebbe da pensare. D’altronde si sa: se ce la fai, passerai per sempre alla storia.

Il 14 ottobre è la data del compleanno di uno di quei prescelti: Steven Bradbury. Come dimenticarlo? Era il 2002, Olimpiadi invernali di Salt Lake City. Gara di Short Track. Tradotto: sfida di velocità nel pattinaggio sul ghiaccio. Valigia piena di sogni ma poche speranze. A rappresentare l’Australia, paese non certo famoso per le gelide stagioni e gli sport invernali, c’è lui, quel 29enne con i capelli a spina e il sorriso stampato sul volto. 


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Steven vince la sua batteria e si ritrova ai quarti di finale. Un gioco del destino lo porta addirittura in semifinale, grazie alla squalifica del canadese Mark Gagnon: il resto è leggenda. Gli avversari si trasformano in birilli, cadono uno dopo l’altro. Tutti quanti tranne lui, Bradbury. Primo classificato nei 1000 metri, icona dello sport in tutta la sua bellezza: imprevedibile, sempre pronto a smentire ogni pronostico. 

Dallo Short Track al calcio, di episodi simili ce ne sono centinaia. Abbiamo provato a raccogliere i più incredibili del mondo del pallone nella gallery in alto: risultati impronosticabili, gol da non credere che hanno cambiato la storia di una partita, a volte addirittura di un’intera competizione. Nulla è da darsi per scontato, quando si tratta di sport non è mai detta l’ultima parola. “Non dire gatto, se non ce l’hai nel sacco”, direbbe il Trap.

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A cura di Francesco Calvi e Lavinia Saccardo