Il Principe di Galles più snobbato del Regno Unito: la rincorsa di Hal Robson-Kanu per un pizzico di fiducia
Una rincorsa continua, per farsi spazio, per dimostrare di valere. E’ la storia di un calciatore scaricato a turno, cominciando dall’Arsenal quando aveva soltanto 15 anni. Ma Hal Robson-Kanu l’ha capito, che a lungo andare le soddisfazioni arrivano anche per lui. Soltanto che deve sudarsele più di tanti colleghi. Non si è mai spaventato, dinnanzi alle avversità, che l’hanno aiutato ad acquisire una nuova consapevolezza.
La dimostrazione più eclatante l’ha avuta in estate, quando agli Europei con il Galles ne è diventato il Principe: ha segnato prima alla Slovacchia il gol vittoria nel finale, poi anche al Belgio ai quarti, con una magia in area di rigore. Lui che è nato a Londra, ma che è stato naturalizzato gallese grazie ad una nonna originaria di Caerphilly, un incantevole borough di 31 mila anime nei pressi di Cardiff. Lui che, peraltro, è andato in Francia da svincolato, dopo che il Reading gli aveva dato il ben servito dopo sei stagioni. Perché segnava troppo poco: un gol ogni sette partite, 30 in totale.
Ed era stato proprio il Reading a dargli la possibilità di riscatto, quando l’Arsenal, dopo averlo tenuto per 5 anni nelle giovanili, se ne disfece senza troppi scrupoli. I suoi margini di miglioramento erano apparsi troppo modesti per continuare questo percorso. Quindi, dopo due anni in prestito in terza serie, arriva la sua prima opportunità in Championship. Nulla di fatto, come detto, ma il c.t. del Galles Coleman decide di aggregarlo ai convocati. Gli ottimi Europei gli valgono la chiamata del West Bromwich Albion, che non riserva grandi cose a Robson-Kanu: tredici presenze, ma soltanto 94’ di gioco. Fino al 31 dicembre scorso. Nell’ottima prima parte di stagione della squadra, l’ultimo acuto del 2016 l’ha regalato proprio l’attaccante gallese. Alla sua prima da titolare, Robson-Kanu ha deciso l’incontro, con un sinistro terrificante che è valso l’1-2 finale che ha permesso al WBA di vincere sul campo del Southampton. Autore di una gran prestazione, al di là del sigillo sui tre punti, non ha voluto soffermarsi sull’utilizzo ridotto. “E’ stato importante vincere, continuerò ad allenarmi duramente per il bene della squadra” ha detto.
Il problema del suo scarso impiego ha un nome e un cognome: Salomon Rondon. A confermarlo, è proprio l’allenatore del West Brom, Tony Pulis: “Robson-Kanu è un giocatore fantastico, perché dà tutto se stesso in qualsiasi circostanza. E non ho alcun problema a farlo giocare, la vera questione è tener fuori Rondon. Hal è stato fantastico come alternativa, ma ha mostrato di aver mantenuto un’ottima forma fisica pur giocando poco ed è pronto per la sua chance. E lunedì (oggi, ndr) mi toccherà fare una scelta”. Ma anche stavolta è toccato all’attaccante venezuelano, mentre per il gallese soltanto la panchina. Pulis però ha voluto buttarlo dentro a partita in corso: mezzora per provare a vincere una partita che prende la piega giusta appena mette piede in campo, contro l’Hull City. Una variante tattica nuova, peraltro, con Robson-Kanu collocato alle spalle della punta centrale. Nonostante non sia stato schierato dal primo minuto, di certo il suo minutaggio è in crescita: nelle ultime due partite ha giocato più che nelle precedenti tredici. E visto il passato, il suo futuro potrà soltanto essere più roseo di quello attuale.