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Il primo a credere in Milik? Ulderink, ex scout Ajax oggi vice di Stam: “Giocava 20 minuti con l’Augusta, eppure…”

Oggi Arek Milik va… il doppio. Non gliele basta uno contro il Milan: toh, ecco il bis. Due porzioni anche a Kiev, contro la Dinamo. Insaziabile. Ma soprattutto decisivo perché sforna il gol quando serve, per vincere. E forse non è un caso che questo 9 mascherato da 99 sia ad oggi la cessione record in tutta la storia dell’Ajax con 32 milioni di euro. Oggi. Ma ieri quando il Bayer Leverkusen non lo mandava nemmeno in panchina? Appena 8 partite nella stagione 12/13, in mezzo un prestito all’Augusta per rilanciarsi: 20 sfide, spezzoni di match e 2 reti. Quando Milik non andava proprio (altro che doppio!) c’è stato un certo Andries Ulderink a credere in lui. Il primo in assoluto: scendere dal carro, grazie. Che oggi fa il vice allenatore di Stam, al Reading. Ma ieri…
“In quel periodo lavoravo come scout della prima squadra dell’Ajax” ci racconta in esclusiva. E quando un uccellino gli segnala Arek, apriti cielo. “L’ho seguito da vicino in più di un’occasione, soprattutto con la maglia della Polonia perché con il club giocava poco o nulla”. Ma non solo, Andries si presenta pure a qualche suo allenamento, per studiarlo con costanza e nei minimi dettagli: situazione del tutto inusuale per uno scout che generalmente osserva solo partite ufficiali. “Ricordo Polonia-Turchia, in cui ha segnato due gol. Poi Polonia-Scozia…”. E amore fu. “Era un giocatore su cui l’Ajax doveva puntare, ne ero abbastanza certo. Nonostante l’Augusta lo mettesse in campo appena 25 minuti a partita”. Il matrimonio si celebra con estrema convinzione, soprattutto da parte di Andries (e dallo storico agente di Milik, David Pantak) che è riuscito ad annullare qualsiasi tipo di scetticismo e convincere l’Ajax a prenderlo. “Economicamente non è stato complicato: piuttosto a livello tecnico… era un attaccante senza continuità di rendimento”. I perché della scelta, eccoli spiegati. “Di lui m’impressionò il come si sapeva muovere intorno all’area di rigore. La sua corsa. Lo stacco potente e prepotente di testa. Il suo senso del gol”. L’x factor però stava da un altra parte: “Sapeva stare e fare gruppo anche nei momenti difficili, quando magari non giocava abbastanza”. Giovane si, ma già con coscienza e tatto. Intelligenza e sacrificio. “Arek sa cosa significa lavorare duro. Dopo l’allenamento si fermava spesso a parlare con Bergkamp, per capire dove migliorarsi; tra i due c’è sempre stato un grande rapporto. Poi capitava che avesse il giorno libero ma si presentasse ugualmente, magari per una seduta in palestra. È un tipo che non cerca scuse”. Andries scopre Milik e lo lancia in Olanda, nella scuola per eccellenza, quella che più e meglio di tutte sa come coltivare un giovane dal grande potenziale. L’Ajax ci crede, fino alla cessione record al Napoli. E dire che 24 mesi prima Milik nemmeno andava in panchina, al Bayer.

“Tra noi c’è un ottimo rapporto, tutt’ora. Ci siamo sentiti spesso durante Euro2016. È molto contento della scelta di Napoli. Non sarà Messi o Ronaldo ma può diventare un giocatore importantissimo, vedrete. Il Napoli ha fatto la scelta migliore per il suo attacco. E poi non è per niente facile pagare un attaccante bravo a pochi soldi! Bisogna crederci”. Come ha fatto Andries con Arek. E guarda oggi come va il polacco… il doppio!