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Il poster di Chiellini, l’idolo Nesta e la passione per i romanzi russi: Caldara, il ragazzo timido che sfida il suo futuro

Quando gli chiedono un aggettivo per descriversi non ha dubbi Mattia Caldara: “Timido, lo sono stato fin da bambino”. Faccia pulita, da bravo ragazzo, camicia abbottonata fin sopra il collo e sorriso sincero, quasi incredulo. Si era presentato così alla sua prima intervista ufficiale da giocatore della Juventus, qualche mese fa. Forse ancora non ci credeva, d’altronde “quando mi hanno detto dell’interesse dei bianconeri pensavo ad uno scherzo! Invece…. “. Eh già, tutto vero. Crescita inarrestabile quella di Caldara: dal settore giovanile dell’Atalanta alle esperienze in B con Trapani e Cesena, fino al ritorno a Bergamo ad inizio anno. Un’ascesa veloce, inarrestabile. Da zero a cento, in un batter d’occhio. Ci ha messo poco a mettersi in mostra alla sua prima esperienza in Serie A: è bastata qualche sconfitta dell’Atalanta ad inizio campionato per convincere Gasperini a gettarlo nella mischia: “Quando il mister il sabato mi diede la casacca dei titolari all’inizio non capii, poi mi disse che voleva dare una svolta alla stagione. Andò benissimo”.

Forse meglio di quanto ci si potesse aspettare: esordio contro il Napoli, di fronte al suo pubblico. L’attaccante da marcare era un certo Milik, non l’ultimo arrivato. Battesimo del fuoco di quelli complicati. Il verdetto? Attaccante polacco neutralizzato e rinascita Atalanta avviata. Implacabile, come l’ascesa di Caldara, diventato in pochi mesi uno dei difensori più affidabili del nostro campionato. Classe, eleganza, piedi buoni e… gol. Sì, difensore goleador Mattia, già 7 in campionato. Il più bello? Quello al Napoli: cross di Spinazzola e destro al volo all’angolino. Doppietta al San Paolo e paragoni importanti: “Scirea? Accostamento eccessivo, anche se mi stimola”. E pensare che qualche tempo fa gli rimproveravano di non segnare mai… Ragazzo umile Caldara, non si è montato la testa nonostante il successo improvviso: “Non ci penso troppo, voglio solo migliorarmi”. Numero 13 sulle spalle come Alessandro Nesta, l’idolo di sempre, anche se in cameretta appeso all’armadio aveva il poster di Chiellini “perché vorrei la sua grinta”. Ragazzo buono, forse troppo. Nella vita come in campo: “A volte mi rimproverano per questo, mi dicono che picchio poco”. Dettagli, avrà tempo per rifarsi.

E pensare che a 13 anni aveva accarezzato l’idea di abbandonare il calcio, fortuna che i genitori lo hanno aiutato a cambiare idea. Se adesso si trova a questi livelli parecchio lo deve a loro, anche se il papà ancora non riesce a guardare le sue partite allo stadio per paura che possa sbagliare. Ex centrocampista allo Scanzorosciate, passato difensore nel settore giovanile dell’Atalanta: “Menomale perché in mezzo correvano tutti più di me”. Là dietro Mattia ha trovato il suo posto ideale, forse perché non gli è mai piaciuto stare al centro dell’attenzione. Divoratore di libri, soprattutto se di autori russi: da Anna Karenina a Guerra e Pace, ma il preferito rimane Delitto e Castigo di Dostoevskij. La sera niente Playstation, preferisce una buona lettura. Anche sul pullman che lo porta alle partite, magari accompagnato da una buona dose di musica italiana.

Si carica così prima dell’ingresso in campo, e i risultati si vedono. Mattia Caldara è ormai una garanzia, niente promessa. Il presente è adesso. E il futuro è tutto da scrivere, in bianconero però. Perché la Juventus non si è lasciata sfuggire l’occasione di acquistare uno dei migliori giovani difensori italiani a gennaio. Venerdì sera Caldara e la Juve si troveranno di fronte da avversari, forse per l’ultima volta. Sabato, al termine della partita con il Bologna i tifosi dell’Atalanta gli hanno chiesto in coro un gol alla sua futura squadra: lui si è trincerato dietro ad sorriso imbarazzato e ha continuato a firmare autografi, con la disponibilità di sempre. Chissà quanti pensieri gli saranno passati per la testa in quel momento. Sicuramente sensazioni contrastanti: le maglie nerazzurre di una vita intera si fonderanno con quelle bianconere che lo vestiranno nel futuro. La certezza è una soltanto: Caldara è pronto, e affronterà qualsiasi sfida col sorriso semplice che lo contraddistingue.