Il pallone tatuato, le dediche ai gol. Santini, il ‘bomber laureato’: “Siena scelta giusta. Siamo costretti a pensare in grande”
In molti lo chiamano ‘bomber’. In pochi ‘dottore’. “Qualcuno a Siena probabilmente nemmeno lo sa”. Certo, quello che non passa inosservato sono i gol. Decisivi. Sarà perché è cresciuto guardando il Batistuta fiorentino che l’ha fatto innamorare di questo sport. Tanto da avere sempre la palla attaccata al piede. Nel vero senso della parola: tatuata. “Non mi staccherò mai da quel pallone. E’ il simbolo della mia vita. Se penso a me, penso al calcio”.
Claudio Santini è così, un ‘dottor bomber’ o ‘bomber laureato’ – comunque la sostanza non cambia – che a gennaio ha scelto il Siena perché ama le sfide, ancora di più se si tratta della possibilità di conquistare un salto di categoria in palio: “Qui sto avendo grandi soddisfazioni anche a livello personale – ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com -. Ho segnato due gol importanti che hanno portato 6 punti fondamentali. Cosa mi ha convinto? Non c’era la possibilità di restare ad Ascoli, la mia paura era quella di non avere più spazio, volevo continuare a dimostrare il mio valore. Ho scelto Siena perché per me era la situazione migliore per le mie caratteristiche di giocatore e mi piaceva pormi come obiettivo la prima posizione in campionato”. Ed ora “siamo costretti a pensare in grande”, visto il primo posto nel Girone A di Serie C.
Due reti, sei punti. Il primo contro il Piacenza, il secondo contro l’Olbia al Franchi sotto una bufera di neve. Palla in rete e sguardo al cielo. La dedica non manca mai ed è sempre speciale. Tutto per nonna Paola e nonno Leonetto. Non ci sono più ma sono sempre con lui: “E’ da un po’ di tempo che quando segno guardo il cielo perché penso che sono loro che mi spingono dall’alto. Mio nonno mi faceva il report di ogni giornale, ogni intervista che parlasse di me”. I primi tifosi. Tutta la famiglia è così. Vicina, sempre, sia per la carriera da calciatore che per quella accademica. “Anche la laurea è stato un traguardo molto importante e ne vado molto fiero. E’ difficile conciliare sport e studio, io ce l’ho fatta ed ho avuto la fortuna di avere dei compagni che mi sono stati vicini ed una famiglia che mi ha spronato. Se non fosse stato così non so se ce l’avrei fatta… Mi svegliavo presto per studiare e il pomeriggio andavo all’allenamento. Con un po’ di sforzo e perseveranza si può fare”. Laurea in scienze motorie conseguita insieme a due compagni del Montecatini; alloro in testa nello stesso giorno di Mazzanti e Di Vito: “Abbiamo coronato tutti insieme questo sogno ed obiettivo. E’ stato bello festeggiare tutti e tre insieme”.
D’altronde, che si tratti di calcio o di studio, sempre di traguardi si parla. Un po’ come paragonare Fisiologia (“L’esame più ostico sicuramente”) alla difesa del Livorno. Entrambi difficili da superare, ognuno a modo loro. “Il Livorno è la squadra che ha qualcosa in più delle altre e l’ha dimostrato. Aspettiamo lo scontro diretto con ansia perché sarà molto delicata ed importante”. Appuntamento allora a martedì prossimo, quando la squadra di Mignani giocherà in trasferta proprio questo derby toscano d’alta classifica. Un altro ostacolo da superare per puntare al salto in B. E pensare che un salto – anche più ‘ampio’ – lo stesso Santini l’ha già fatto anni fa: dalla D alla B. “Ho avuto la fortuna nella sfortuna. Già giocavo in Lega Pro, poi ci fu un anno particolare in cui le cose non andavano nel migliore dei modi e non riuscivo a trovare squadra, ma quella fu la mia fortuna perché andai al Montecatini in D alla fine. Lì si era creato un ambiente positivo ed un gruppo fantastico di amici e mi è tornata la voglia di giocare a calcio come divertimento, perché mi era passata. Ho avuto anche la fortuna di avere un allenatore come Maneschi che mi ha cambiato ruolo e mi ha fatto giocare come attaccante. Poi mi ha preso il Pontedera ed anche quella è stata una scelta perfetta, la migliore per provare a fare il salto. E poi è arrivata questa offerta dell’Ascoli. C’erano anche altre squadre di B ma la più convinta era proprio l’Ascoli e io non ho titubato. Era un obiettivo al quale non avrei proprio creduto fino a qualche anno prima. Quando mi è arrivata la notizia ero a Capri con la mia ragazza ed è un momento che non dimenticherò facilmente”.
Adesso però conta solo il presente, anche più del futuro. Anche se qualche pensiero a cosa potrà accadere a giugno già occupa la mente di Santini che terminerà il prestito secco al Siena ed ha ancora due anni di contratto con l’Ascoli. “In alcuni spogliatoi entri in una squadra, in altri in un gruppo di amici. E, sì, Siena è un gruppo di amici”. Pochi dubbi e quella voglia di raggiungere e festeggiare altri obiettivi sempre con il pallone sul piede – tatuato e non – come laurearsi campione del Girone. D’altronde, che si tratti di lauree oppure di salti di categoria, Santini se ne intende.