Il mondo di Milik – Il racconto del primo allenatore nel piccolo club vicino casa: “In campo a 6 anni e mai da attaccante”
La prima squadra della carriera di Arek Milik è stata il Rozwój Katowice. Ci è arrivato a 6 anni, quando praticamente era ancora un bambino che saliva sull’autobus e da Tychy raggiungeva il campo sportivo. Ma c’è qualcuno che può giurare di aver visto fin da subito in lui i tratti inconfondibili del campione. “Ha sempre amato giocare a calcio e lavorare il più possibile per migliorarsi”, chi parla è Szlawomir Mogilan, un nome tanto difficile da scrivere quando indimenticabile per Milik. E’ stato il suo primo allenatore ed è tutt’oggi uno dei suoi più cari amici. “Da allenatore non ho mai avuto problemi perché è sempre stato molto disponibile – ha raccontato sulle pagine de “Il Mattino” – e ora siamo grandi amici”. Al punto tale che una volta al mese lo raggiunge ovunque si trovi in Europa. “Una volta almeno”, aggiunge con una risata. Perché a quanto pare Arek si fida di lui più di ogni altro. “Sono stato al suo fianco anche a Villa Stuart quando si è sottoposto all’intervento chirurgico del professor Mariani dopo la rottura del legamento del ginocchio sinistro”. In una parola: inseparabili.
E’ anche per questo che Szlawomir Mogilan conosce bene Napoli e il Napoli. “Una squadra che gioca un calcio bellissimo, uno dei più belli che abbia mai visto. Ma non mi meraviglio. Arek mi ha sempre parlato alla grande di Sarri: “un allenatore favoloso”, mi dice fin dal primo allenamento”.
La carriera di Milik, però, è iniziata nel ruolo che non ti aspetti. “E’ partito da centrocampista perché da piccoli facevo provare tutti in ogni ruolo per farli migliore il più possibile. Con il suo ottimo mancino era partito da esterno sinistro ma l’ho fatto giocare anche a destra per farlo crescere anche nell’uso dell’altro piede”. Insomma: l’attaccante centrale ha iniziato a farlo con il Górnik Zabrze. “I miei insegnamenti si vedono tutt’ora perché in nazionale gioca alle spalle di Lewandowski o anche da esterno”. Ma guai a dire a Szlawomir Mogilan che il merito dei progressi di Milik è tutto suo. “Sono molto orgoglioso di dove sia arrivato, ma sono convito che il 99% sia merito suo e l’1% è mio”. Arrivato lontano, ma senza dimenticare le sue origini. “E’ molto legato alla sua terra. Non ha mai dimenticato i suoi amici e le persone che gli sono state accanto nella sua gioventù. Quando è qui viene sempre a vedere le partite dei ragazzini della squadra e ci aiuta per comprare magliette, scarpette e palloni”. Senza dimenticare i campi estivi che organizza per i più giovani. Il Rozwój Katowice è la sua seconda casa e Szlawomir Mogilan è uno di famiglia. Ma è proprio lui il primo ad essere contento della sua assenza agli Europei Under 21. “Per uno come Arek che ha già diverse presenze con la nazionale maggiore, giocare con l’Under 21 sarebbe stato un passo indietro. E poi meritava un po’ di vacanza: l’anno scorso è stato impegnato per l’Europeo dei grandi fino a luglio. Adesso si deve riposare e pensare a rimettersi in forma dopo l’infortunio. Personalmente credo che il Napoli debba essere la sua priorità, anche più della nazionale Under 21”.