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Il Leicester e i monaci buddhisti: talismani, amuleti e… qualche schiaffone portfortuna

Una favola da raccontare un giorno ai propri nipoti. Sì: il Leicester di Ranieri potrebbe passare alla storia, ma non solo per la stagione al di sopra di ogni immaginazione vissuta quest’anno.

Tanti i temi da raccontare: da Vardy e Mahrez, al motorino di centrocampo Kantè, alle vittorie contro City, United, Liverpool, passando per… I monaci buddhisti! Monaci buddhisti? Già: pare che le fortune della squadra derivino anche da loro, che da tre anni a questa parte organizzano puntualmente visite alla squadra. Stadio, spogliatoio e centro sportivo benedetti e via, altri argomenti su cui incentrare la favola.

In realtà, a volere tutto ciò, è stato proprio il proprietario delle ‘Foxes’, Vichai Srivaddhanaprabha, anche lui buddhista e molto influenzato dal karma. I risultati però sembrano dargli ampiamente ragione: al primo anno di visita la promozione dalla Championship alla Premier League, al secondo la salvezza nel massimo campionato inglese ed al terzo… meglio non pensarci, la scaramanzia probabilmente non conosce religione e cultura. Si narra che un monaco in particolare, Phra Prommangkalachan, sia colui che più spesso visiti i ragazzi di Ranieri, portando loro amuleti e talismani. Vi immaginate dei ‘duri’ come Morgan e Huth con al collo dei talismani? Sorriso spontaneo, d’altronde anche pensare ad un monaco buddhista in mezzo ad un gruppo di calciatori non è così usuale.

“Non sono sicuro che i calciatori abbiano capito quello che ho spiegato loro sugli amuleti, ma sapevano che gli avrebbero portato fortuna. Questa squadra ha grande capacità di resistenza e forza mentale, vincerà il campionato”, ha dichiarato ad AFP lo stesso monaco. Ma a raccontare un altro curioso aneddoto proprio su questo tema ci ha pensato Vardy, nella passata stagione, al ‘Daily Mail’, dopo la vittoria per 5-3 sullo United: “Avevano dei bastoncini che hanno immerso in un’acqua divina e, prima della gara, ci hanno bagnato la testa, le spalle e le gambe. Infine, ci hanno preso a schiaffoni più forte che potevano sul capo, ma ha funzionato”. Altro che meditazione e massima concentrazione… Questi monaci non guardano in faccia proprio nessuno! Ma se la magia dovesse perdurare, perché no, potrebbero diventare co-protagonisti di una delle favole più belle della storia del calcio moderno.

Alberto Trovamala