Il Cittadella balla e sogna con dj Litteri in consolle: “Tre minuti di Lello Kawasaki” posson bastare. E già 8 gol…
Il dj dello spogliatoio è lui: Gianluca Litteri. “Ho portato un po’ di ritmo, allegria, musica. Sono due anni che prima di una partita mettiamo sempre la stessa canzone, la mia canzone: Lello Kawasaki di Enzo Di Domenico. La spariamo a palla”. Chi?! Cosa?! Musica che vince, non si cambia. Anche se sconosciuta, ormai è una colonna sonora. Un uccellino però ci svela che ‘la teniamo solo tre minuti’. E Litteri giù dalla consolle perché ‘il resto della sua playlist è improponibile’. Ma Gianluca non solo sceglie il pezzo, lo canta anche e pure a squarciagola. “Io e Tonino – il magazziniere tuttofare del club granata – formiamo un bel duetto”. Ok, quattro sì. Ma cambiamo genere, grazie. E mettiamo ‘gol’. Anzi: ‘gol’, ‘gol’, ‘gol’, ‘gol’…. Disco che s’incanta. “Ho già eguagliato il mio record personale in B”. Otto reti come a Terni, stagione 12/13. Peccato che oggi sia l’8 novembre e che ci sia ancora una campionato intero da giocare. Segna e poi esulta, sempre allo stesso modo: un calcio alla bandierina, sale l’adrenalina e passa la paura… di volare! Perché il suo Cittadella è secondo, dietro alla corazzata Verona. A cambiare è la dedica. “Una diversa quasi ad ogni gol. L’ultimo – il raddoppio contro la Salernitana – era per mio suocero Claudio. Gliel’avevo promesso da un po’, finalmente ce l’ho fatta”. La maggior parte delle reti però sono per lei, Deborah. La sua fidanzata. “Giusto così! Stiamo insieme da sei anni”. E insieme condividono anche il profilo Instagram, stessa user e stessa password. “Sono praticamente in ostaggio” scherza lui. Che poi svela. “E’ la mia prima tifosa. Viene a vedermi sempre allo stadio, non se ne perde una”.
Le origini di Gianluca Litteri sono marcate, tutte nel suo accento inconfondibile, timbro di voce unico. “La mia famiglia vive a Catania, ogni tanto sale a Cittadella, soprattutto i miei genitori. Tipo sabato scorso”. Chi può meno è Marco Litteri, suo fratello. Ma solo per una questione di tempo. Ops… passioni in comune. Non per altro. “Gioca a calcio pure lui! In Promozione, a Catania. Fa l’esterno d’attacco, è brevilineo. Fisicamente è diverso rispetto a me, molto più piccolino. Sinceramente quando posso vado a vederlo, mi piace. Abbiamo giocato spessissimo insieme, tra una squadretta e l’altra, anche perché c’è un solo anno di differenza tra noi. E poi non ti dico a casa, mamma diventava pazza. Di finestre ne abbiamo sfondate che metà basta… “. Piedino delicato, insomma. Un po’ come quello di Bonucci. E che centra Bonucci, penserete. Di mezzo c’è l’Inter. Ce lo spiega Gianluca, in esclusiva. “Abbiamo condiviso due anni bellissimi in Primavera dove abbiamo vinto un Viareggio e un campionato. L’allenatore era Esposito, in squadra avevamo gente come Siligardi, Bolzoni, Biabiany. Leo è un tipo davvero simpatico, di Viterbo ma romanaccio dentro. Il piedino che aveva (ha) lui da difensore centrale… pff, uno spettacolo. Purtroppo non ci sentiamo più, ho perso il suo numero”. Quello che non ha perso è la fame di gol. “Ti prenderesti al FantaB?” gli chiediamo. Gianluca replica, secco: “Certo! Adesso mi darei fiducia”. Ottima mossa, da buon fantaallenatore. Che punta alla promozione, anche se non lo dirà mai: #visionari ma neanche troppo, questo gruppo di ragazzi. Realisti. Consapevoli di avere un grande feeling. Scaramantico Gianluca non lo è. “Mi faccio solo il segno della croce quando entro in campo. Un rito”. Perché “sono religioso”. Tra i tanti tatuaggi ne spiccano due. “Il nome della mia ragazza, da una parte. E dei miei genitori dall’altra”. Dal cassetto esce una maglia della Fiorentina, di Batistuta. “Era il mio idolo, lo amavo alla follia. Con quella maglietta ci giocavo sempre, ovunque”. Con questo Dj il Cittadella non smette di ballare. E sognare. Via di Lello Kawasaki, in loop. Ah no, tre minuti posson bastare.