Il calcio e la PNL, quando lo studio dell’eccellenza diventa uno strumento fondamentale
In tempi recenti, l’elemento psicologico nella vita di un calciatore e di uno sportivo in generale, ha assunto una rilevanza molto più decisa. Anche se non del tutto accettata, nell’immaginario generale, laddove si associa a questo tipo di lavoro su se stessi, l’immagine di strizzacervelli e manicomi. Eppure, il coaching è un settore in crescita, che trova terreno fertile dove c’è bisogno di comportamenti mirati per il raggiungimento di un risultato. Quindi, anche nel calcio.
Stefan De Vrij, difensore della Lazio, nell’intervista rilasciata lo scorso 1° aprile al Metronieuws, ha parlato della Programmazione Neuro-Linguistica, abbreviata in PNL, e di come questa disciplina gli abbia permesso di ritrovare un equilibrio nella sua vita dentro e fuori dal campo. La PNL è alla base dell’attività di molti coach specializzati nel supporto per gli atleti. Ma in proposito, sorgono tanti interrogativi. Innanzitutto, andrebbe definita la materia. “E’ lo studio dell’eccellenza umana. E’ nata grazie alle intuizioni di Bandler e Grinder, uno psicologo e un linguista, che hanno estratto le strategie adottate – spesso inconsciamente – dalle persone di successo, mettendole a disposizione di tutti” ha spiegato Roberto Castaldo, presidente dell’Associazione Italiana Coach Professionisti in Campania, a gianlucadimarzio.com. Castaldo ha potuto apprendere, aggiornarsi e perfezionare l’apprendimento e la divulgazione della PNL direttamente da Richard Bandler e ha già avuto diverse esperienze con sportivi di ogni tipo.
Tuttavia, la PNL è applicabile in ogni settore della vita: familiare, lavorativo, relazionale. Quindi, anche nello sport, dove la sintomatica è spesso la stessa: “Ogni atleta non sa di essere un talento finché non coglie i risultati. Tanti calciatori hanno leadership in campo e adottano una determinata strategia senza esserne consapevoli. La PNL e il coaching osservano quel codice comportamentale per dare consapevolezza. Il primo lavoro è quello svolto su se stessi e si impara a focalizzare tutta l’attenzione sulla performance”. Poi si passa alla fase successiva. “Individuata la strategia e i momenti in cui questa ha avuto successo, si lavora sul richiamarla ogni volta che sia necessario. Un esercizio che logicamente va allenato. Questo è possibile e può avere ottimi risultati perché il cervello non distingue l’immaginazione dalla realtà ed è comprovato che il benessere psichico aiuti e influenzi anche la parte fisica del nostro corpo” spiega Castaldo. Ma non chiamatelo psicologo. “Il coach richiama alla mente una risorsa passata e positiva per riportarla al contesto presente, lo psicologo indaga i motivi negativi di un problema: sono diversi i punti di partenza”.
De Vrij, nell’intervista citata in precedenza, aveva confessato il suo problema: non riuscire a dire di no agli altri, diventando quindi troppo disponibile. Un problema che la PNL ha saputo risolvergli e Castaldo ci spiega come: “Probabilmente, gli è stata sottoposta la ‘ruota della vita’, dove ogni raggio rappresenta un elemento della propria esistenza. Attraverso un’elaborazione grafica dello squilibrio tra queste componenti, è più facile lavorare sull’obiettivo, cioè quello di riportare l’armonia”. Uno strumento, dunque, come ha ammesso il difensore olandese, per essere più efficaci nella vita di tutti i giorni.