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Il buio che avvolge Catania, il silenzio surreale del Massimino: istantanee di un sogno (quasi) spezzato

Triplice fischio, 0-0. Il rossazzurro che ha colorato il Massimino per tutta la gara adesso sembra aver perso nitidezza e splendore, il nero della notte avvolge Catania e il Catania. L’amarezza dopo il pareggio con la Juve Stabia è tanta, il retrogusto amaro di occasione sprecata si percepisce ovunque. Negli occhi della squadra, negli sguardi dei dirigenti, nei canti dei tifosi. “Guardate che curva”, il coro finale intonato dalla Nord ai giocatori a fine gara, parole dettate dalla delusione per l’ennesima occasione sprecata. Perchè il Catania doveva vincere per rispondere al successo del Lecce e per mantenere il destino ben saldo nelle proprie mani: vincerle tutte per andare in Serie B senza nemmeno passare dai playoff, ma così non è stato e adesso la squadra allenata da Lucarelli si ritrova nuovamente a dover sperare in un nuovo passo falso del Lecce, avanti di quattro punti in classifica con una partita in più disputata. Nemmeno vincerle tutte potrebbe bastare più.

I minuti finali al Massimino sono stati scanditi da un silenzio surreale. Nell’attesa che qualcosa di buono potesse accadere, che la rete potesse gonfiarsi e che l’urlo strozzato in gola dei quattordicimila cuori rossazzurri potesse trovare voce. Un’attesa che presagiva l’ipotetica fine di un sogno, non tramontato in maniera definitiva, ma adesso tremendamente più difficile da realizzare. La sensazione adesso è proprio questa. Un pubblico diviso a metà, tra fischi e applausi. Tra chi ci crede ancora e chi, tra realismo e pessimismo, pensa che il campionato sia finito oggi. Al triplice fischio dalla gara con la Juve Stabia. Nel surreale silenzio del “Massimino”.