Idolatrare Bryant per essere…Bryan: è un Cristante sempre più decisivo. In Milan-Atalanta, la Sua partita…
Imposizione personale totale, dopo anni d’attesa per confermare i primi segnali sulla propria esplosione: “Qui, il progetto sono io”. E dopo Milano, Lisbona, Palermo e Pescara, Bergamo figura ora come l’ambiente e la motivazione ideale per dargli forse definitivamente ragione: perché Bryan Cristante, partita dopo partita, si sta rivelando semplicemente il vero uomo decisivo e in più di un’Atalanta tornata a volare.
Questione di cerchi che si chiudono, terzo tempo in piena ascesa e all’apice del proprio stacco: metafora ideale per uno che della pallacanestro è sempre stato innamorato, scegliendo il 24 dell’idolo Kobe Bryant come primo numero indossato in Serie A. Da San Siro a San Siro, da Milan-Atalanta…a Milan-Atalanta, a maglie invertite però: le memorie della prima gioia in campionato, firmata nel giorno dei gol 100 e 101 di Kakà in rossonero, tornate prepotentemente d’attualità oggi, nella porta opposta e per lanciare la sua squadra verso il sorpasso completato in classifica, con la nona rete stagionale. Ennesimo prodigio di un rivitalizzatore di talenti ormai affermato come Gian Piero Gasperini, Re Mida capace di rendere un profilo dalla qualità smarrita vera e propria araba fenice.
E quell’esordio in rossonero Champions, a soli 16 anni e 9 mesi contro il Viktoria Plzen, sembra ormai lontanissimo: un ricordo splendido, tra l’emozione provata e le tranquillizzazioni di Ibrahimovic, per una carriera in rossonero tra settore giovanile e prima squadra non concretizzatasi come avrebbe forse voluto. L’addio al club che lo ha cresciuto, scelta voluta e senza rimpianti, lo ha portato a tre passi prima dello stacco definitivo: ombre dello scarso cancellata da una prima metà di stagione semplicemente irripetibile, sensazionale in Europa e, lentamente, cresciuta a dismisura anche in campionato. Doppio, diverso profilo unitosi in un unico volto: quello di un ragazzo tornato prepotentemente, con l’Atalanta, ad essere il gioiellino promettente visto solo 3 stagioni fa. Facendo diventare oro ogni pallone toccato, come oggi e seguendo l’esempio del suo allenatore: idolatrando Bryant, e la sua mentalità vincente, per essere più semplicemente, Bryan. Cristante.