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I libri thriller, l’amore incontrato a Liverpool e la reggia a Ponteland. Chicche su Borini, il pirata pronto a tornare in Serie A

Una nave pirata attraccata nuovamente in Italia, quella del ‘pirata’ Fabio Borini. Partito in fretta e furia dalla sua casa di Ibiza per sostenere le visite mediche a Milano nonostante una modalità d’acquisto ancora in via di definizione tra Milan e Sunderland. Si tratterebbe di un ritorno in Serie A per l’attaccante classe ’91 cresciuto calcisticamente in Premier League tanto da definirsi ormai un “inglese italianizzato”. 5 anni dopo la stagione vissuta a Roma. Nel mezzo le esperienze a Liverpool e Sunderland.

Come gioca Borini: un attaccante polivalente

Borini è sempre stato un pupillo degli allenatori avuti in carriera grazie alla sua polivalenza. Da Ancelotti a Luis Enrique: la sua ecletticità e la sua dedizione al sacrificio l’hanno sempre reso apprezzatissimo. Dotato anche di grande intelligenza tattica. Grintoso. Negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda l’esperienza al Sunderland, definirlo polivalente però sarebbe riduttivo: universale è un termine più appropriato. Ha svolto tutti i ruoli dell’attacco e non solo. Tutti. Ad esempio, nell’ultima stagione, è stato schierato anche come ala ed esterno nel centrocampo a 5 oppure, contro il Manchester City, addirittura da mezz’ala. Ne ha risentito ovviamente la sua vena realizzativa: 16 gol nelle ultime 5 stagioni. Un po’ pochini. Solo 2 nell’ultima Premier, complici anche 4 mesi ai box. “Giocare in fascia è difficile. A volte devi difendere più che attaccare. È per questo che non segno quanto vorrei”. Ma quanto lavoro sporco. “Chiamo il mio ruolo un ruolo cieco perché la gente non fa caso al lavoro che fai. Un po’ come Thomas Müller al Bayern Monaco, fa un sacco di lavoro sporco per rendere la vita più facile ai suoi compagni”. Borini però l’ha sempre ribadito: “Il mio ruolo è giocare davanti, specialmente come uno dei due attaccanti”. Ancelotti l’ha più volte paragonato ad Inzaghi per caratteristiche, c’è chi invece ha rivisto in lui giocatori come Kuyt o Delvecchio. A chi gli imputa una tecnica non proprio finissima per un attaccante, risponde così: “Quando lavori tanto poi arrivi stanco sul pallone e ne può risentire la tecnica”. In verità il classe ’91 i colpi li ha, eccome. Solo che spesso risalta maggiormente il lavoro di quantità svolto durante i 90’. In pochi sanno che è anche uno specialista a battere i calci di punizione grazie agli allenamenti trascorsi al fianco di maestri come Drogba ai tempi del Chelsea o Pjanic alla Roma. La sua specialità però rimane attaccare la profondità e tagliare alle spalle delle difese avversarie sempre coi tempi giusti.

Pirata idolo al Sunderland ma vicino al ritorno in patria

“Amo il mio soprannome. Lo devo alla mia esultanza, con la mano in bocca a mo’ di coltello tra i denti”. Oltre che al sacrificio in campo, anche grazie al suo modo di festeggiare dopo i gol Borini difficilmente ha faticato ad entrare nel cuore dei tifosi. Soprattutto dei bambini, che non perdono occasione per imitare il loro pirata. Idolo da Swansea a Roma, passando soprattutto per Sunderland ma facendo eccezione per Liverpool. Purtroppo l’avventura nei reds non è andata affatto come si sarebbe immaginato, tra esclusioni e diverbi con quel Rodgers che tanto l’aveva voluto. “Il trasferimento dalla Roma al Liverpool mi ha condizionato molto in negativo. Non è stata la scelta giusta e mi aspettavo più considerazione da Rodgers. È triste perché è finita male tra me e lui, non volevo andasse così”. Non tutto di quell’avventura però è da buttare. Anzi. Borini infatti si è potuto consolare con… l’amore. A Liverpool ha conosciuto – e successivamente sposato – Erin, una bellissima modella inglese diventata per lui un vero e proprio punto di riferimento. L’apice della carriera il classe ‘91 l’ha toccato successivamente durante il suo primo avvento al Sunderland nella stagione 2013-14, al termine della quale è stato eletto Young Player of the Year. Quell’anno trascinò i Black Cats fino alla finale di Carling Cup a suon di gol andando in rete contro il Chelsea, in semifinale contro il Man Utd ed addirittura in finale contro il City, aprendo il match terminato tuttavia 3-1 in favore dell’allora squadra di Pellegrini. Sembrava l’inizio di un grande amore. In un gruppo in cui si trovava a meraviglia. “Qui a Sunderland sono ‘plumoni’, come dicono a Bologna: hanno il braccino corto! Pensate che una volta al mese facciamo una sfida ed il compagno che per ultimo colpisce la traversa paga shampoo e bagnoschiuma per tutti, perché se no ce lo rubiamo sempre. Una volta ero troppo raffreddato ed allora ho deciso di non sottopormi nemmeno alla sfida, ma di pagare direttamente io per tutti”. Qualcosa tuttavia si è rotto. Soprattutto nell’ultima stagione. A Sunderland l’hanno incolpato di aver spifferato, dopo il match col West Ham, come lo spogliatoio non fosse tanto unito quanto gli anni precedenti. Si è polemizzato – talvolta eccessivamente – anche sul suo rendimento. Infine la stagione dei Black Cats si è conclusa nel peggiore dei modi con la retrocessione. E per Borini era davvero giunta l’ora di cambiare aria.

Curiosità: dal padel alla passione per il design

Come affermato in precedenza, da “inglese italianizzato” Borini ormai pensa in inglese. L’Inghilterra è casa sua. Si è ambientato come meglio non avrebbe potuto anche grazie alla sua residenza (e che residenza!). L’attaccante infatti possiede una vera e propria reggia a Ponteland, non distante dall’aeroporto di Newcastle, dotata di ogni genere di comfort. Sembra un albergo: dieci stanze da letto per gli amici quando arrivano, palestra, piscina con acqua calda e fredda per il recupero muscolare, sala cinema, angolo pub, biliardo e discoteca. Ma soprattutto… ping pong: dicono sia un vero fenomeno con la racchetta in mano. Imbattibile. Non solo: sempre racchetta alla mano, è malato anche di padel. Avrebbe voluto addirittura costruirsi un campo apposito nel giardino di casa, salvo poi ripensarci. Per il resto tutti lo definiscono un tipo tranquillo e timido. Ma attenzione a prenderci confidenza: instaurato un certo feeling, sa essere anche super loquace e sempre pronto alla battuta! È estremamente schietto, poi. Per quanto riguarda la vita fuori dal campo, al pub con gli amici spesso e volentieri preferisce i viaggi in giro per l’Europa con la moglie. Quando esce con gli amici invece ama adattarsi ai programmi degli altri così come fosse uno qualunque. È anche un appassionato di libri thriller. Non crediamo sia così semplice scovare un altro calciatore capace di aver letto tutte le opere di Tolkien come ha fatto Borini. Infine, ha ammesso che se non avesse fatto il calciatore ora sarebbe un designer di interni. “Quando compro casa, mi piace diventare il designer di interni di me stesso. Nella mia casa ad Ibiza gli interni derivano dalle mie idee”.

La nave del pirata ora è attraccata nuovamente in Italia. La voglia di rilanciarsi è tanta. Tantissima. A partire dalla visite mediche di domani: il primo passo verso il ritorno del pirata Borini in Serie A.