I giovani, lo stadio e gli intrecci con l’Italia: i segreti del Lione
Domandina per i tifosi romanisti: “Qual è la prima cosa a cui avete pensato dopo aver pescato il Lione?”. Risposta scontata: “Doppio passo di Mancini!”. Quel sinistro decisivo agli ottavi di Champions nel 2007: “Uno dei miei gol più belli”. Indimenticabile. Ora Mancini non c’è più, la Roma gioca gli ottavi di Europa League e di quella rosa sono rimasti soltanto tre elementi: Totti, De Rossi e Luciano Spalletti. Memories. Il Lione c’è ancora, ma non è più quello di una volta. E’ cambiato anche lo stadio. Trofei, coppe, campionati (7 Ligue 1 di fila tra il 2001 e il 2007). L’ultimo titolo è del 2013 (Supercoppa di Francia). Ora domina il Psg degli sceicchi. Ma l’OL, almeno da un paio d’anni, ha adottato la politica dell’Enfants du Pays. Tradotto: puntare sui ragazzi del posto (uniti a qualche investimento stile Depay per 20 milioni). Quelli di Lione città, tutti nati in loco o lì vicino, comunque della zona. Come Ferri, Lacazette, Fekir, Ghezzal (fratello dell’ex attaccante del Siena), Gonalons. “Autoctoni”. Radici profonde, come spiegato dal direttore dell’Accademia Stephan Roche: “l nostro modello si basa su movimento, tecnica e mentalità. I giocatori devono maturare percezione e lettura mentale più fine, per anticipare il movimento di compagni e avversari. Tutto è costruito in funzione del gioco”. Una cantera alla francese con tanto di percorso scolastico. E chi non studia, non gioca. A chi non riesce a sfondare, invece, viene concessa l’opportunità di diventare “un educatore”. Questione di valori.
Passiamo al gioco però, al pallone. Che poi è quello che conta in competizioni simili: l’OL si schiera col 4-2-3-1 abituale (o 4-3-3). Questo il sunto: punta forte, esterni veloci che partecipano all’azione (non solo scatto, fondo e cross, per capirci) e un fantasista (Fekir, tornato dopo l’infortunio al ginocchio di circa un anno fa). Difesa debole rispetto al resto della rosa, 31 gol presi in Ligue 1 e quarto posto stabile (terzo miglior attacco con 49 acuti). Imprendibili Monaco, Psg e Nizza. Talenti importanti quindi, l’abbiamo detto. E a questi si aggiungono altri giovani, da Cornet a Aouar (’98, gol all’Az nell’ultimo turno). In panchina, quel Bruno Genesio che convinse Grenier (oggi alla Roma) a non smettere col calcio “perché aveva un gran talento”. E lo stesso Clement seguì il suo consiglio: oggi, causa infortuni, si gioca le sue chances proprio coi giallorossi. La ruota gira. Genesio non ha molta esperienza, ha sempre ricoperto un ruolo dietro le quinte. Si fida dei suoi, tatticamente è molto preparato.
Ora i singoli: bomber Lacazette come linfa del gioco dell’OL, 26 reti in 31 partite. Numeri impressionanti, l’OL ne segna tanti: 11 gol all’AZ nel turno precedente, prima il terzo posto in CL nel girone con la Juve. Occhio a Cornet anche, uno di quei dribblomani veloci. Vent’anni, già 6 reti in stagione. Non finalizza ma fa segnare, sia con l’assist che col movimento. Il Lione è una squadra giovane a cui si aggiunge qualche elemento d’esperienza, qualità d’altri tempi al servizio degli enfants: è il caso Mathieu Valbuena, fantasista d’oltralpe. Va detto, forse dall’ex OM ci si aspettava un po’ di più, ma il cuore della squadra resta giovane. Età media di 24 anni. Ultimo appunto: lo stadio, il suggestivo Parc OL inaugurato nel 2016: doveva aprire nel 2011, soltanto che i ricorsi degli ambientalisti hanno fatto slittare la cosa, tanto da convincere il presidente Aulas a puntare su un centro di formazione finanziato con 6 milioni di euro all’anno. Tutto collegato, la fortuna dell’OL nasce soprattutto da qui.
Intrecci con l’Italia ne abbiamo? In primis Tolisso, centrocampista di sostanza su cui c’è anche la Juve (si lavora per giugno ndr). Nella sessione estiva, però, il Napoli ha provato a prenderlo con un lungo corteggiamento durato un’estate. Poi il nulla, decisione sua: “Ho esitato molto, ma alla fine mi sono detto che non era il momento di partire. Andarsene a 22 anni forse era troppo presto”. Ma non è finita qui, anche Gonalons – centrocampista classe ’89 – fu cercato dagli azzurri. Altro no: “Il Napoli mi ha cercato e ha insistito tanto ma qui c’è un progetto altrettanto importante e ho pensato che andare in Italia non sarebbe stata la cosa migliore per me”. Capitolo difesa: N’Koulou e Morel erano stati cercati dalla Lazio, mentre Mammana dalla Fiorentina. Darder, invece, era un obiettivo della Roma per il centrocampo; mentre Yanga-Mbiwa è stato acquistato proprio dai giallorossi per circa 10 milioni. Ah, c’è anche Iturbe, l’estate scorsa vicinissimo all’OL. Fino a Grenier, l’ultimo tassello in ordine di tempo. Nel passato anche Gourcuff (ex Milan) e Fabio Grosso, al Lione tra il 2007 e il 2009. Dall’ultimo confronto con l’OL è cambiato tutto, è vero. Tranne gli intrecci con l’Italia.