“Ho detto subito di sì…”. Difesa meno battuta d’Italia, presidente più giovane e un Godeas in più: il Monfalcone dei record
“Questo è un progetto incredibile, ho detto subito di sì”. Chi può dare torto a Denis Godeas? A Monfalcone si fanno le cose per bene, nonostante la squadra sia stata retrocessa fino alla seconda categoria. Girone D dominato con 40 punti totali, 13 di vantaggio sulla seconda, 13 vittore e un pareggio. La ASD Unione Fincantieri Monfalcone è la squadra meno battuta d’Italia, con appena un gol subito in stagione, ha il presidente più giovane d’Italia e un progetto da far invidia a molte squadre professionistiche… Gran parte dei meriti del rilancio vanno al giovanissimo imprenditore friulano Gabriele Montanari, che con idee e ingegno ha messo su in pochi mesi una corazzata. Campionato già chiuso, potete già programmare le ferie estive? (ride) “Non potevamo iniziare meglio” – dichiara il massimo dirigente dell’UFM ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Ho sempre detto che quest’anno abbiamo costruito un quinto della scalata che ci aspetta. Il nostro obiettivo a lungo termine è riportare il Monfalcone in un campionato Nazionale. Questa prima parte di stagione ci incorona campioni d’inverno e ci consente di programmare già da adesso il futuro e l’eventuale salto di categoria. Dico eventuale perché c’è tutto un girone di ritorno dove dovremo continuare a fare quello che abbiamo fatto in quello d’andata. Diciamo che i risultati sono confortanti, ecco… (ride di nuovo)”.
E Denis Godeas, 107 gol tra serie A e B, più 2 in Coppa Uefa, che ci fa in seconda categoria? “Sono rimasto affascinato da questo progetto, ho detto subito di sì. Poi, sai, gli anni avanzano e adesso gioco per puro divertimento, non per i guadagni: mi piace provare tutte le categorie E’ arrivata un’età in cui bisogna prendere in considerazione alternative e infatti sto lavorando ad altri impegni con la Triestina, anche se non ufficialmente. Nel Monfalcone c’erano già quattro amici, conoscevo l’allenatore e il campo dista 10 minuti da casa: meglio di così non potevo chiedere!”. Il bomber perde le categorie, ma non il vizio: 13 gol in 7 partite, un poker e tre doppiette. Denis, che realtà hai trovato? “La categoria… lasciamo stare (risata). Per quanto riguarda la nostra società, invece, un progetto super, che difficilmente trovi anche in serie D. Questo penso che già basti a descrivere il loro modo di gestire la squadra. Sono molto giovani, il presidente ha quasi vent’anni meno di me (altra risata). E’ una visione totalmente diversa e moderna di fare calcio, un’altra lingua, che nulla ha a che fare con il dilettantismo. La dirigenza ha l’obiettivo di riportare la squadra almeno in Serie D e vista l’organizzazione e la loro determinazione non credo che mancheranno l’obiettivo. Tutto questo mi ha spinto a dare una mano”.
A tutto ciò aggiungiamo una piazza unica per la categoria, un comune con quasi 30.000 abitanti: “Sì, e con i comuni limitrofi raggiungiamo quasi i 55.000 abitanti” – aggiunge Montanari – “Un bacino d’utenza di tutto rispetto e una tifoseria molto calda, che sente lo sport ed è legatissima alla sua squadra di calcio. Ed è un club con una storia quasi centennale, fondato nel 1922. Il nostro obiettivo è proprio quello di restituire il professionismo a una città che lo merita. Abbiamo introdotto un modo di fare calcio molto lontano dagli approcci dilettantistici di club anche di altre regioni. Si tratta di una programmazione basata sulla managerialità e sostenuta da sponsor tecnici e partnership importanti. L’Adidas e l’Accademy del Milan stanno supportando la crescita del nostro settore giovanile, che è il caposaldo attorno al quale ruota il progetto. Il supporto fisioterapico, la preparazione atletica e di qualsiasi altro aspetto di crescita dell’atleta sono altri punti cardine. Puntiamo a costruire un gruppo di giovani che poi possa diventare la squadra che ci riporterà nel professionismo. Questo ci permetterà di sostenere i costi futuri, di ingaggi e cartellini. Poi puntiamo tantissimo sul marketing, siamo un veicolo commerciale molto appetibile in termini di visibilità e comunicazione. Buona parte del PIL di una delle quattro province friulane viene prodotto a Monfalcone, dove ci sono tantissime aziende e imprese. Questo ci permetterebbe di reggere le spese del professionismo e di presentarci sulla scena nazionale con delle potenzialità”.
Cosa ha spinto un giovane imprenditore di 26 anni a buttarsi in questo progetto? “La passione. Ho praticato tanti sport, ma non ho mai giocato a pallone, però sono un grandissimo appassionato di calcio. Ho unito questo grande amore con la mia attività principale, quella imprenditoriale, con l’intenzione di applicare lo stesso metodo anche in un segmento completamente diverso come quello sportivo e calcistico. Sono da sempre tifoso del Milan, anche se sono di Udine. La scintilla per i rossoneri è scoccata nei primi anni 2000, nell’era Ancelotti: quello delle due Champions per intenderci e delle tre finali. Il mio idolo è Ricardo Kakà, esempio come calciatore e come uomo: volto pulito, classe e tecnica immense”. Come avete fatto a convincere Godeas? “E’ bastato presentargli il nostro progetto, lui ha capito immediatamente che non aveva nulla a che fare con la seconda categoria. Ci ha fatto subito i complimenti e ci ha detto che non c’era modo migliore per chiudere la carriera che dare una mano per una causa a cui crede tanto. Poi avevamo anche uno sponsor interno, Michele Contento, il nostro capitano, che ci ha aiutato a convincerlo a venire a Monfalcone”.
Ok, quindi idolo della curva e dello spogliatoio. Ma a Godeas che trattamento è riservato dai difensori avversari? Denis ride: “Sono sempre botte! A parte gli scherzi, nella mia zona sono molto conosciuto e rispettato. E’ chiaro che tutti sapendo che ho giocato in serie A e in Europa danno qualcosa in più per fare bella figura, per dimostrare di essere all’altezza. Ma ci mancherebbe, fa parte del calcio. E’ giusto così, lo facevo anche io quando con il Como, il Palermo e il Chievo andavo ad affrontare la Juventus o il Milan. Per fortuna fino ad ora sta andando bene a noi: gli avversari sono riusciti a strapparci solo un pari. Però adesso fammi toccare ferro…”. Prego, prego… Ma visti i risultati, forse non ce n’è bisogno.
[videosky id=”387020″]