Higuain…saziabile, come sempre. Oltre al gol ritrovato…
Poco servito dai compagni, il “Pipita” sfrutta la prima occasione contro il “solito” Cagliari per trovare la rete numero uno in rossonero. Per una soddisfazione vissuta solo a metà, anche con la sua maglia “preferita”…
Conoscendolo un minimo, contento non potrà mai esserlo. Neanche dopo aver finalmente eliminato quell’ossessione che lo turbava, ormai da diverse settimane, per voler regalare a se stesso e ai suoi nuovi tifosi la prima gioia in rossonero. Gonzalo Higuain è così: prendere o…prendere. Occasione di mercato impossibile da non cogliere, per chi di un vero “9” ha sentito la mancanza da anni, e nuovo Milan costruito sulla leadership di un attaccante che contro il Cagliari, tanto per cambiare, è riuscito a trovare il gol numero uno (in gare ufficiali) della sua nuova avventura italiana.
Sette gol in otto sfide in A contro i rossoblu e…una palla: la prima, giocabile, sporca e propiziata dal recupero di Kessie, sulla quale avventarsi da rapace per depositarla in porta, ponendo fine ad una carestia da gol da 384 minuti. Anche troppi, per uno come lui: ricordarne i record risulterebbe storia arcinota e concetto sin troppo semplicistico; osservarne l’atteggiamento in campo, al contrario, lente di ingrandimento sulla mentalità vincente di un fuoriclasse. Che nel primo tempo della “Sardegna Arena” soffre, chiamando palloni mai ricevuti dai compagni: che a fine partita esce scuotendo la testa, deluso e irritato per non aver portato a casa tre punti importanti, senza rilasciare alcuna dichiarazione.
Felicità totale solo sfiorata: la grande opposizione di Romagna in un duello fisico risolto da Cragno, l’anticipo di testa da bomber puro nel finale terminato largo non di molto. Mai appagato, Higuain: e se l’abbraccio con San Siro, cancellato dal VAR contro la Roma, è stato ripagato dall’assist vincente e decisivo per Cutrone, anche solo un’amichevole senza gol contro la Pro Piacenza in settimana ha fatto il resto. “L’uomo più arrabbiato al mondo quando non segna“, Gattuso dixit: e la descrizione, anche nel giorno in cui la rete non risulta più un problema, scavalca anche il limite dell’obiettivo primario del Pipita.
“Vamos, vamos!“, a pugni stretti: anche dopo aver trovato il gol, lo sguardo e la testa vanno sempre al prossimo. Mai arrivato ieri, nonostante le due già citate chances, da trovare subito a partire dalla prossima gara: cancellare l’occasione persa a Cagliari, lasciando per strada qualche punto di troppo, e colpire ancora, innescato con maggior continuità. Con la maglia rossonera addosso, stavolta, dopo aver gioito con terza e (soprattutto) seconda divisa: quella che Gonzalo, nel giorno della propria presentazione, ha chiesto a Leonardo e al presidente Scaroni di poter portare a casa e conservare (insieme al pacchetto completo), spinto da una sorta di amore a prima vista. Da nuovo simbolo di un Milan che “top”, come da lui stesso definito, vuol tornare ad esserlo, grazie alla qualità e alla mentalità di un terminale offensivo come pochi. Anche ieri, come sempre e contro ogni ormai vecchia ironia, Higuainsaziabile.