Higuain e un match che avrebbe potuto giocare a maglie invertite
Francia – Argentina sarà la partita del Pipita Higuan: una sfida che avrebbe potuto giocare a maglie invertite se non fosse stato per quel “no, grazie” a Domenech…
Quando domani guarderete la partita di Kazan tra Francia e Argentina, pensate che qualcuno avrebbe potuto giocarla a maglie invertite. E quel qualcuno è il Pipita Gonzalo Higuain. Ma ve lo immaginate con la maglia dei Les Bleu? Di certo se l’era immaginato Domenech che, dopo essersi innamorato calcisticamente dell’attuale giocatore della Juventus quando ancora militava nel River ad inizio carriera, tentò in ogni modo di convocarlo con la sua Nazionale.
Tutto ciò perché mamma Nancy Zacarias, pittrice proveniente da una famiglia di boxeur e calciatori, e papà Jorge detto El Pipa, ex difensore, nel 1987, anno di nascita del Pipita, abitavano in Francia a Brest dove il Pipa giocava e dove proprio Gonzalo nacque. Una storia simile a quella di Trezeguet, anche se Trezegol nacque e maturò in Argentina, figlio di genitori argentini, per poi vestire la maglia della Francia grazie alle antiche origini francesi di papà Jorge Ernesto.
Invece la famiglia Higuain trascorse in Francia appena un anno prima di rifare le valigie e tornare a Buenos Aires nel barrio de Saavedra, un quartiere a nord abitato dalla classe medio-alta dove il Pipita trascorse un’infanzia agiata. Infatti l’ex Napoli non ci ha pensato nemmeno per un attimo prima di rifiutare l’offerta di Domenech. E il buon Raymond si è dovuto accontentare di un amarissimo “no, grazie”…
“Sono nato in Francia quasi per caso, io sono argentino! È stata una scelta di cuore. I miei amici, la mia famiglia e il mio calcio appartengono all’Argentina. Non avrei potuto scegliere diversamente”. Parola di Higuain. Tradotto: o Albiceleste o niente. Per la maglia della sua Argentina però dovette dannare più del previsto. Si vide costretto a rinunciare alla chiamata della sub18 di Francisco Ferrero per non perdere quella cittadinanza francese ottenuta grazie allo ius soli che da lì a poco gli avrebbe garantito l’approdo da ‘comunitario’ al Real Madrid.
La legge in Francia diceva – e dice – che non poteva possedere contemporaneamente sia la cittadinanza francese sia quella argentina, tanto che quest’ultima la ottenne solo nel 2007 quando già vestiva la camiseta blanca. Posticipando così l’esordio con la Seleccion fino al 10 ottobre 2009 quando Maradona lo fece debuttare contro il Perù in un match valido per le qualificazioni sudamericane ai Mondiali del 2010. Partita terminata 2-1 per l’Albiceleste in cui Higuain segnò all’esordio. Al Monumental, stadio che prima di essere suo fu anche di papà Jorge. Nella notte del Loco Palermo.
Ora la sua carriera dice 72 presenze e 31 gol in Nazionale ma in un Mondiale non segna dalla partita contro il Belgio in Brasile. In Argentina il Pipita non è amatissimo: gli rimproverano ancora oggi le 3 finali perse (Mondiali 2014, Copa America 2015 e Copa America Centenario 2016) con tanto di errori sotto porta o dal dischetto. Chissà, magari se avesse accettato le avances di Domenech avrebbe avuto più fortuna…
Higuain, dal canto suo, non si è mai posto il problema. E nonostante probabilmente non giocherà dal 1’ – al momento Sampaoli starebbe optando per Messi falso nueve con Pavon e Di Maria alle sue spalle – vuole zittire i critici già a partire da domani. Proprio da quel Francia – Argentina che si prospetta la sua sfida, il suo derby personale: una partita che se non fosse stato per quel “no, grazie” a Domenech avrebbe potuto giocare a maglie invertite.