Calcio, passione e promesse. Hernani: “Reggina, mi fai sentire come a casa”
La nostra intervista a Hernani, centrocampista brasiliano della Reggina
“Diventare un calciatore per me era un sogno, ma anche una promessa fatta al mio papà”. Inizia così il nostro viaggio. Un passaggio in Brasile e poi via, direzione Sud Italia. Reggio Calabria, per la precisione. Quel posto magico in riva allo stretto, che ha da poco accolto Hernani Azevedo Jr, a giocare con la Reggina. Gli amaranto sono secondi in classifica in Serie B e le ultime due sfide, contro Genoa e Venezia, sono state decise proprio dal brasiliano. Un ragazzino partito dal Brasile per cercare di diventare un grande calciatore in Europa. “Nove bambini su dieci, nel mio paese, sognano di fare i calciatori, ma solo in pochi ci riescono”. I sogni, dicevamo: “Questa è stata sempre la nostra forza, sognare”. In Brasile, l’educazione calcistica parte dai primi anni di età, in maniera diversa dalla cultura italiana: ”Già da piccoli ci preparano giocando a Futsal. Tutta la settimana ci allenavamo per giocare su un campo di calcio a 5 in parquet e solo il sabato andavamo sul campo in erba. Chi inizia in quel modo, impara a giocare a calcio. Ti dà il dribbling, il movimento rapido”.
“Papà, diventerò un calciatore”
Quel sogno, partito da São Gonçalo do Sapucaí, in Brasile. Assieme ad una promessa: “Quando avevo 12 anni, ogni tanto, lavoravo assieme a mio padre che faceva il muratore. Dopo un po’ di tempo però, sono successe alcune cose e gli ho spiegato che questo lavoro non faceva per me. Lui mi rispose che purtroppo in quel momento era l’unica cosa che poteva offrirmi. Io lì gli dissi: “Papà diventerò un calciatore”. Qui ho capito che lo sarei diventato. Questa frase è stata la benzina per farmi andare avanti”. L’amore di un figlio verso il padre, e viceversa: “Porto avanti il suo sogno, ed è ancora più bello”.
Il calciatore brasiliano è contraddistinto sempre da due caratteristiche: l’eleganza nei movimenti e la passione verso questo sport. E non a caso, Hernani ha scelto Reggio Calabria e il calore di una piazza del sud per ripartire: “Qui si vive di calcio, proprio come in Brasile, nel mio paese”. E quando si fa gol, esultare assieme ai tifosi è d’obbligo: “Ci stanno sostenendo in casa e in trasferta, è una gioia troppo grande e troppo forte far gol per loro, se la meritano tutta”. Quegli stessi tifosi, che lo hanno convinto ad accettare la corte della Reggina, per colpa di un video di Pippo Inzaghi: “Il mister mi ha mandato un video della curva che canta a fine gara. Mi scriveva e chiamava ogni giorno. Mi ha fatto capire che ero importante per lui. Vedere i tifosi cantare in curva, durante la partita ci da la forza per non mollare”.
Dopo un’estate difficile, la Reggina è ripartita alla grande con una nuova proprietà, tutta calabrese con alla guida il patron Felice Saladini. Nomi importanti, in campo e in panchina: per sognare tutti assieme di raggiungere quell’obiettivo che manca dal 2009. “Crediamo tutti di poter fare un buon campionato. Stiamo lavorando per questo”. Per Hernani, abituarsi al calore di Reggio Calabria, è stato abbastanza facile: “La cosa più bella di questo posto è la gente. Ci danno il cuore, ti fanno stare bene. Mi sento a casa, come in Brasile”. E sul dialetto calabrese, Hernani scherza: “Ancora non ho imparato nessuna parola, devo stare un po’ più vicino a Canotto”. La Reggina è ripartita alla grande. Obiettivi chiari, uomini giusti. Uno di questi è proprio il protagonista di questo viaggio, Hernani Azevedo Jr. Tra calcio, passione e promesse.
A cura di Francesco Marra Cutrupi