Hellas Verona, Romulo: “Juventus? Avevo la pubalgia, ero a pezzi: piangevo ogni giorno”
Romulo è tornato, determinato a riprendersi ciò che la sfortuna gli ha tolto. Stagione 2013-2014: è l’anno magico del brasiliano. Il grande campionato disputato con l’Hellas Verona premia Romulo con la convocazione dell’Italia per i mondiali brasiliani e la chiamata della Juventus. Poi sono arrivati i problemi, l’incubo di dover smettere, le critiche. Quest’anno la rinascita:
“C’era chi sosteneva che non avrei mai accettato di giocare in Serie B: falso” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Perché io volevo soltanto ricominciare a sentire la gioia di giocare a calcio. E il Verona, con lo spessore umano delle persone che ne fanno parte, me l’ha ridata. Juventus? Succede che cominciavo un allenamento e provavo un dolore continuo agli adduttori. In quel modo non potevo andare avanti. Mi fermo, riprendo. Debutto in Champions League con il Malmö. Mi fermo di nuovo. Ero a pezzi. La diagnosi? Pubalgia. Tornavo a casa e piangevo ogni giorno. Massimiliano Allegri aveva fiducia in me, diceva che non mi mancava nulla per essere un titolare. Ma al primo scatto mi bloccavo”.
L’addio alla Juventus e il ritorno all’Hellas Verona non ha cambiato la situazione: “Non ho rimpianti per quel che è avvenuto alla Juventus. Purtroppo, però, all’Hellas le mie condizioni non sono migliorate. Un altro anno difficile. Se ne sentivano tante su di me: che non volevo più giocare, che ero un mercenario. Poi un consulto medico mi ha restituito il sorriso. Un disturbo alla testa del femore, mai rilevato in precedenza: era questo che non mi consentiva di recuperare. Adesso sto bene. Ho disputato otto partite di fila. Ho segnato un gol, ho fornito degli assist. Corro e il dolore non c’è più. Smettere? Ci sono stati momenti durissimi. E sì, lo ammetto: in certi istanti ho temuto di non poter più fare il calciatore, di dover abbandonare il sogno della mia vita. Ero triste, angosciato”.
Adesso il prossimo desiderio da realizzare è uno solo: “La promozione con il Verona. Veniamo da 4 vittorie consecutive, ma è lunga, lunghissima. Fabio Pecchia è un allenatore moderno, aggiornato. Con il suo staff lavora come Montella, come Mihajlovic, come Allegri. E il nostro spogliatoio è sano e unito. Siamo insieme da pochi mesi, diventerà granitico. Il segreto? Si vince con il gruppo. Il mio obiettivo personale? Ritrovare la maglia dell’Italia. Ero stato convocato da Prandelli per il Mondiale in Brasile. I guai fisici mi hanno costretto a rinunciare. Con il Verona voglio conquistare di nuovo la Nazionale. Impossibile tornarci dalla B? Ho imparato che se ci credi puoi fare tutto”.