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Dall’incubo attentato al Mondiale: Haris Zeb, il sogno americano del fattorino dell’Auckland City

Haris Zeb (screen)
Haris Zeb (screen)

La storia di Haris Zeb: dall’incubo attentato al futuro incerto, fino al Mondiale con la maglia di Auckland City

Uno degli aspetti più affascinanti del Mondiale per Club è sicuramente la possibilità di vedere contrapporsi mondi diversi. Dal calcio europeo a quello sudamericano, passando per quello africano. E poi c’è l’Auckland City, una squadra composta da uomini e ragazzi che per vivere fanno altri lavori, accomunati semplicemente dall’amore per questo sport. Una passione talmente forte da spingerli a chiedere ferie e permessi non retribuiti pur di affrontare Bayern Monaco, Benfica e Boca Juniors negli USA, dopo aver vinto tutto in Oceania.

Tra i protagonisti di questa squadra, fondata solo poco più di 20 anni fa, c’è Haris Zeb. Attaccante classe 2001, che ha esordito al Mondiale per Club contro gli uomini di Bruno Lage. In quell’occasione, è diventato il primo giocatore di origine pakistana a debuttare in una grande competizione FIFA, nonostante la netta vittoria dei portoghesi. Ma questo è solo l’ultimo capitolo di una storia degna dei migliori romanzi, e passata per innumerevoli difficoltà.

Terminati gli studi, per Zeb si aprì fin da subito il mondo del lavoro. A cominciare da un apprendistato da elettricista, prima di accettare l’impiego da fattorino anche grazie allo zio della sua fidanzata, come raccontato in un’intervista concessa alla FIFA. Pensate di passare dal bussare alle porte di sconosciuti, magari inseguiti da cani e con la macchina piena di pacchi, alla possibilità di giocare davanti a migliaia di spettatori. Una doppia vita da fare invidia a dottor Jekyll e mister Hyde.

Pur di giocare il Mondiale per Club, il classe 2001 ha rifiutato una chiamata dall’Australia. Era gennaio, quando Zeb aveva già tutto pianificato per volare verso un’esperienza che gli avrebbe consentito di lasciare il lavoro. Poi, mentre si trovava in Pakistan per un matrimonio, la chiamata dell’Auckland City. Un sogno diventato realtà, come raccontato dallo stesso ex calciatore del Birkenhead: “Giocare qui è una benedizione, mi do un pizzicotto solo per indossare questa maglia e poter giocare questo torneo“.

L’incubo attentato

Un evento che ha cambiato drasticamente la vita di Haris Zeb non può che essere l’attentato a cui ha assistito nel marzo 2019, alla moschea di Al Noor. Una terribile esperienza che il calciatore ha raccontato proprio prima di andare al Mondiale per Club: “Quel giorno ci stavamo dirigendo alla preghiera del venerdì, e io ero un po’ in ritardo. Quando siamo arrivati c’erano tutte le auto ferme e un silenzio inquietante. C’era un signora che urlava a terra, e quando vedi ciò che è successo metti in discussione la fede per l’umanità“.

Quel giorno persero la vita 51 persone, oltre a 89 feriti: “A quel punto si riesce a capire cosa stia succedendo, non sapevamo se l’attentatore fosse ancora in zona. Uno dei miei migliori amici, Jibran, mi ha chiamato e mi ha chiesto se avessi visto il padre, ma purtroppo era stato colpito a morte. C’era anche un altro ragazzo pakistano, Talha, a cui ero molto legato. Suo padre mi aiutava sempre con i suoi consigli. Fu lui ad affrontare il terrorista, ma anche lui fu ucciso insieme al figlio“.

Trofeo Mondiale per Club (Imago)
Trofeo Mondiale per Club (Imago)

Gli infortuni e un futuro incerto

Tornando ai discorsi calcistici, il percorso di Zeb è passato anche per tanti infortuni che hanno rischiato di compromettere la sua carriera. Il primo fu nella stagione 2020/21, quando il classe 2001 si ruppe il quinto metatarso proprio quando era nel Team Wellington, con cui riuscì anche a laurearsi campione della Nuova Zelanda. Una delle fratture da cui è più difficile guarire per un calciatore.

Nel 2023, mentre si trovava in prova con i finlandesi del Turun Palloseura, l’incubo infortuni tornò reale. Il ragazzo fu costretto a tornare in Patria per operarsi. Una situazione che mise in bilico il suo futuro nel calcio: “Mi sono seduto con mio padre e gli ho detto che probabilmente non avrei giocato l’anno successivo, e che mi sarei trasferito in Australia. Avrei lavorato lì, avrei ricominciato da capo“. Ma l’amore per questo sport è più forte anche di queste difficoltà, con Haris Zeb tornato in campo con il Christchurch. Nella stagione appena conclusa è stato grande protagonista della vittoria in OFC Champions League, la quarta consecutiva per Auckland City, con tre gol di cui uno in semifinale.

Haris Zeb, dopo il Mondiale il sogno Nazionale

L’esperienza al Mondiale per Club per l’Auckland City si chiuderà con la sfida al Boca Juniors. Già eliminati dopo le sconfitte contro Bayern Monaco e Benfica, i neozelandesi sognano di trovare un gol per scrivere la storia del calcio oceanico. Ma nel frattempo, il sogno di Haris Zeb può continuare con la maglia della Nazionale.

Già, perchè il ‘fattorino di Auckland’ è da tempo in contatto con la Federazione pakistana. Il classe 2001 era stato infatti convocato per le qualificazioni della Coppa d’Asia U23 dal CT Shahzad Anwar. Proprio il Mondiale per Club gli ha impedito di realizzare il sogno: “Se verrò contattato per le prossime partite sarò disponibile. L’amore per il Pakistan significa tanto per me“. E allora, se al Geodis Park si chiuderà l’esperienza americana, prima di tornare a consegnare pacchetti, chissà che il futuro non possa riservare ancora sorprese per quel ragazzo che sin da piccolo insegue il suo grande sogno, oltre che un pallone che rotola.