La storia di Gyasi tra musica, origini e sogni. Ieri allo scadere ha steso il Milan di Pioli
Da Palermo al Ghana fino a Torino: la storia di Emmanuel Gyasi
Se lo chiamate “Ima” si volterà e farà un gran sorriso. Uno di quelli che ti riporta alle origini, lì da dove tutto è iniziato. E poco importa se il cognome è Quartins o Gyasi. Il primo era quello con cui Emmanuel aveva iniziato a giocare, il secondo quello con cui é diventato grande e con cui tutti lo conoscono. Questione di famiglia, ma anche di origini. Tutto torna. Tutto è racchiuso in quello sguardo. Segreti, storie di vita e ricordi. Ieri ha steso il Milan al 95’, regalando tre punti d’oro al suo Spezia e a Thiago Motta.
Le origini di Gyasi
Il suo viaggio è partito da lontano. Da Palermo al Ghana fino a Torino, tante sono le tappe del suo percorso. Più di seimila chilometri per inseguire un obiettivo. “Si vedeva che aveva voglia di arrivare. Da sempre. A livello tecnico era di un altro pianeta”. Parola di chi lo ha visto crescere, nelle giovanili del Pecetto. Da lì andrà al Torino. La trattativa fu semplice e veloce. “Quanto volete per lui?”. Solo che abbia modo di studiare nelle vostre strutture, più vitto e alloggio. Lui che viveva in una foresteria a due passi dall’Olimpico Grande Torino e sognava di giocare in granata. Obiettivo raggiunto. La storia può iniziare, start.
Quattro gol in campionato, gli stessi che aveva fatto lo scorso anno all’esordio. Tra le sue vittime la Juventus del suo idolo CR7 e il Milan, steso ieri sera allo scadere. Gol partita e Maignan battuto. “L’umiltà è alla base di ogni vera grandezza”. Così ha scritto sui social festeggiando la vittoria. Match winner e protagonista a San Siro, a sorpresa ma non troppo. Non per chi lo conosce da anni e lo osserva da lontano. “Umiltà, spensieratezza e voglia di arrivare” Lo racconta così chi, come Moreno Longo, lo ha allenato e chi lo ha visto crescere.
La sua grande passione oltre al calcio è la musica in tutte le sue forme. Fin dai tempi delle giovanili granata “metteva sempre la musica e voleva sempre provare balletti nuovi in spogliatoio. Anche nelle esultanze”. Estro e creatività, non solo in campo. Lo ha continuato a fare anche in Serie A. Li prova con la sua fidanzata Carolina Rossi, a cui è molto legato. La famiglia è un’altra parte fondamentale della sua vita. Dai suoi tanti fratelli a sua mamma, che lo ha sempre supportato e che è scoppiata a piangere il giorno dell’esordio in nazionale. “Era il mio sogno da sempre”. All’aeroporto nel suo paese venne accolto da star. Forse li, gli occhi lucidi sono venuti anche a lui.
Ieri un suo guizzo allo scadere ha regalato al suo Spezia il terzo successo esterno consecutivo. Nove punti nelle ultime quattro partite, tra certezze e sicurezze ritrovate. Da Italiano a Motta lo hanno utilizzato in tutte le posizioni: terzino, centrocampista, esterno d’attacco e all’occorrenza anche falso nove. Jolly. Uno di quelli che dove lo metti sta e riesce a essere funzionale. Ieri ha steso il Milan prendendosi la scena. Luci a San Siro, direbbe Vecchioni.