Gol e riscatti: Fiorentina, un anno dopo è tutto diverso
“Voglio una Fiorentina spumeggiante”. L’invito di Pioli nella conferenza stampa di ieri. Beh, è stato accontentato: game, set and match, al Franchi è goleada viola contro il Chievo.
Un 6-1 che stona totalmente con l’avvio da incubo dello scorso campionato e che sa molto di linea verde.
Da Milenkovic a Benassi, la carta d’identità del marcatore più “vecchio” dice 23. Prevedibile per la squadra più giovane della Serie A, che oggi affrontava la quarta più anziana. In una notte perfetta, condita dal ricordo di Astori.
Fiorentina-Chievo è stata l’ultima partita giocata da Davide. Oggi, nello spogliatoio di casa, c’era anche il suo armadietto con la maglia numero 13 ben in vista. Lo speaker ha fatto il suo nome all’ingresso in campo delle squadre, il pubblico lo ha ricordato al minuto numero 13 e Tomovic, al suo quinto gol in 289 partite, gli ha voluto dedicare la rete. Braccia alzate al cielo e occhi lucidi per quella che resta l’immagine più bella della serata.
A Davide si ispirava anche Nikola Milenkovic. Che oggi ha aperto le danze con un bellissimo destro dalla distanza.
Palla sotto l’incrocio e primo gol in A. Non male per chi di mestiere fa il difensore. Terzino destro per necessità, perché da quelle parti Pioli si sente sicuro solo con lui.
Come dargli torto: a Nikola correre è sempre piaciuto, fin da quando a 14 anni era fra i primi sei della sua categoria in Serbia sui 60 metri. Un anno fa, di questi tempi, guardava i compagni dalla panchina.
Una sola partita giocata nelle prime 21, zero proteste e tanta voglia di imparare. Da febbraio in poi sempre in campo, con tanto di faccia a faccia con Higuain che da queste parti ricordano ancora: “È un avversario come tutti gli altri”, disse.
La scorsa estate è arrivato a Firenze dal Partizan per soli 5 milioni. Adesso, dopo un Mondiale giocato da protagonista con la Nazionale, il suo valore è lievitato. Ed è alto, come quello del suo idolo Vidic. Chissà che non possa ripeterne la carriera.
Zero tatuaggi, un ragazzo semplice come Benassi. Anche per lui tante difficoltà 12 mesi fa. Mihajlovic lo esclude dal suo Torino, lui risponde alla chiamata di Pioli e vola a Firenze con la sua fedele Giusy e i due figli.
Ala, centrale e trequartista, non ha un’identità precisa e ne risente per le prime nove giornata di campionato. Poi il tris di gol con Benevento, Torino e Crotone.
Stasera la prima doppietta in viola: un colpo di testa su assist di Simeone e un tracciante che non lascia scampo a Seculin. Se il buongiorno si vede dal mattino…
E Gerson? Torna a segnare al Franchi. Proprio come aveva fatto da avversario. Era inizio novembre e pioveva. Con la maglia della Roma ne segna due sotto la Fiesole.
Questa volta lo fa dalla parte opposta, correndo verso i tifosi per esultare. Un bagno di folla inatteso, forse, per chi non aveva ancora dato la sensazione di essersi calato pienamente nel progetto Fiorentina.
Nel giorno della sua presentazione la Fiorentina ha dovuto cancellare tutto: “È andato dal padre che sta poco bene”, la versione ufficiale. Ma più di qualcuno, allarmato dalla presenza di Balzaretti a Firenze sostiene che stia ripensando al trasferimento.
In fondo non sarebbe stata la prima volta, lo aveva già fatto con il Lille. Poi, però, a Firenze ci è tornato: “Sono qui per giocare e per raggiungere la Nazionale”, dice. Ambizioso, insomma.
Un po’ come il suo arrivo in Italia: 19 i milioni offerti alla Fluminense da Sabatini, con tanto della 10 di Totti in regalo. Solo 8 presenze dall’inizio nella passata stagione, troppe poche per il ragazzo che, appena diciottenne, aveva attirato su di sé l’interesse di Barcellona e Juve.
Ora Firenze per rinascere. Un gol e un assist contro il Chievo per iniziare. La standing ovation del Franchi al cambio il miglior incoraggiamento possibile.
Gli stessi applausi che il Cholo Simeone, ospite di eccezione, ha riservato al figlio Giovanni. Anche lui in gol, dopo una partita di tentativi e sportellate.
La coppia dei figli d’ arte quella composta con Chiesa, che si è aggiunto alla festa. Ragazzi con il cognome pesante, ma cresciuti in una stanza qualunque, affollata dai tanti palloni, da Pro Evolution Soccer e dalle tante maglie dei campioni affrontati dai rispettivi papà.
L’anno scorso dovettero aspettare la quindicesima giornata per trovare il gol nella stessa partita. A questo giro l’hanno già raggiunto. 365 giorni dopo è tutto diverso, un po’ come per la loro Fiorentina, che con i suoi “ragazzini” è pronta a puntare in alto.