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Godin: “Sono nuovo, non mi sento un capo: questa è l’Inter di Conte”

Dall’Atletico all’Inter, il paragone Conte-Simeone e la nuova vita a Milano: Diego Godin si racconta

Una nuova avventura annunciata a gennaio, iniziata a luglio e ora nel pieno della 'rivoluazione contiana'. Oggi è capolista con la sua Inter, ma Diego Godin tiene il profilo basso: "E' troppo presto per qualsiasi considerazione", spiega il difensore uruguaiano in una lunga intervista rilasciata a Marca. "La Juve ha aggiunto nuovi innesti a una squadra già rodata da tanti anni, è un vantaggio importante. Noi siamo un club ambizioso, vogliamo competere su tutto, ma al massimo siamo una candidata nella lunga lotta scudetto".

Eppure, l'avvio di campionato ha messo subito in chiaro come questa Inter possa essere protagonista. "Questa Inter è costruita attorno a Conte, un po' come il mio Atletico ha la forte impronta del Cholo. Entrambi sono allenatori con molta personalità e qui in nerazzurro Conte è la figura centrale questo puzzle". Ma alcune differenze con Simeone ci sono: "Soprattutto nei dettagli. Qui guardiamo tanti video, per esempio. Non solo per correggerci dopo una partita, ma anche sui futuri rivali. E anche il lavoro tattico in campo è diverso".


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Lì, dove Godin è tornato protagonista in una linea difensiva a tre. "Ora guido la palla molto più in attacco", racconta l'ex Atletico. "Devo dare inizio al gioco sulla destra, essere la prima linea di passaggio verso il centro o sulle fasce. E devo avere un'attenzione particolare perché Conte mi posiziona più in alto. E' diverso, rispetto all'Atletico, ma penso di avere l'esperienza per adattarmi. Io leader? No, sono appena arrivato e devo imparare. Non è nel mio stile impormi, tanto meno all'inizio di una nuova avventura".

L'impatto nel gruppo però è stato ottimo, anche grazie a un benvenuto particolare. "Vecino e Borja Valero. Avere un connazionale e un grande conoscitore della Liga rende tutto più facile. Sono felice, mi sento importante in questa squadra e mi aiutano molto: capisco quasi tutto l'italiano, ma a volte trovo ancora difficile esprimermi. E' uno spogliatoio affiatato, di brave persone". E Milano? "Tra viaggi e allenamenti ad Appiano Gentile, non ho ancora avuto molto tempo di conoscerla bene", confessa Godin. "Di recente ho visitato il Duomo e sto imparando ad adattarmi ai ritmi della città: qui si cena prima delle 20, non come a Madrid".

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Tra tutti i nuovi compagni, ce n'è però uno che ha particolarmente impressionato il difensore: "Non conoscevo Sensi, ma sono rimasto molto sorpreso da lui. Ha grande qualità palla al piede e quell'abilità di girarsi rapidamente su entrambi i lati usando molto bene il suo corpo, nonostante sia piccolino". Una possibile arma in più contro il Barcellona? I blaugrana sì, che Godin li conosce molto bene. "Ne ho giocate talmente tante al Camp Nou…mi aspetto tanto possesso da parte del Barça, tanta aggressività in attacco. E immagino che messi ci sarà". Poi c'è la sfida nella sfida a un ex compagno di lunga data. "Non ho parlato con Griezmann. Sta facendo fatica, soprattutto in zona gol perché siamo abituati a vederlo segnare ma appena torna Messi sarà un'altra squadra".

Godin chiude con i suoi ricordi da Atleti. "Sì, mi sento ancora con i ragazzi. Con Koke in particolare. E che emozione, l'addio a Simeone: è stato un abbraccio con un amico, ormai abbiamo un rapporto che va oltre il calcio. Sono stato lì nove anni, ho lasciato molti amici, il club, la città. Madrid è stata la mia casa, ma ora ne ho un'altra". Nerazzurra e ambiziosa: Diego è pronto a prendersi anche l'Inter.