Dalle ferrovie alla Serie A: la storia di Sacchi, il recordman dimenticato del Milan
Dal lavoro in ferrovia all’esordio in Serie A, prima del ritiro forzato: il più giovane titolare della storia del Milan raccontato dal nipote
Cosa facevate a 16 anni, 7 mesi e 29 giorni? A questa età, Francesco Camarda ha giocato la sua prima partita da titolare col Milan, diventando il secondo più giovane di sempre a riuscirci. Il classe 2008 ha battuto per precocità anche leggende del Milan come Maldini e Baresi. Non però Giuseppe Sacchi, il portiere che il 25 ottobre del 1942 giocò da titolare in un Milan-Fiorentina, a 16 anni, 7 mesi e 17 giorni. La sua memoria, però, oggi sembra essere stata dimenticata, o quasi.
“Giuseppe Sacchi era mio nonno“, il commento sotto i nostri social di Ivan Ferrari, nipote dell’ex portiere. Da lì ricostruiamo i pezzi di una storia d’altri tempi: “È mio nonno materno. – ha raccontato il nipote a Gianlucadimarzio.com – È difficile trovare informazioni su di lui e anche mia mamma e i suoi due fratelli sanno poco, perché è morto quando loro erano veramente piccoli. È nato l’8 marzo 1926 ed è morto il 3 aprile 1967 in un incidente stradale“. Il palcoscenico della sua storia è la Serie A durante la Seconda Guerra Mondiale. Quella sua apparizione all’Arena Civica di Milano è ancora oggi storica, però fu anche l’ultima prima di perderne le tracce. Almeno fino a oggi.
Dal lavoro in ferrovia al Milan, la storia di Sacchi
La storia di Sacchi non ha niente in comune con quella di Camarda, se non l’esordio da giovanissimo. Per lui, gli inizi non furono nelle giovanili rossonere, ma sui campi dove si divertiva dopo il suo primo lavoro, quello in ferrovia: “Giocava nel Dopolavoro Ferroviario Milano, lì lo notarono e andò al Milan. Era stato ingaggiato per la stagione ma giocò solo questo Milan-Fiorentina 1-3. Poi non giocò più e andò al Sondrio in prestito”.
E così la sua strada nel calcio proseguì, ma non tornerà più in quella che ai tempi era l’Associazione Calcio Milano, nome italianizzato per legge in epoca fascista. Parerà fino alla stagione 1947-’48, quando partecipò al campionato di Serie B col Varese. Da quel momento la fortuna gli voltò le spalle: “La sua carriera da calciatore terminò per colpa di una pleurite. Ai tempi non era curabile come oggi e dovette smettere. Andò a fare il rappresentante d’azienda“.
In un tragico incidente perde la vita, così se ne perdono ancora di più le tracce. Fino al 25 ottobre 2015. Altra data importante, quella dell’esordio di un altro portiere giovanissimo da titolare col Milan, Gianluigi Donnarumma, che allora aveva 16 anni e 8 mesi: “Avevo scoperto del suo primato quando Donnarumma esordì da titolare. Stavo guardando la partita su Sky, in famiglia siamo tutti milanisti. I telecronisti dissero che Gigio era il più giovane titolare della storia del Milan. Io però mi ricordavo che anche il nonno giocò da veramente giovane. Infatti, due minuti dopo, si corressero, dicendo che invece il più giovane era Giuseppe Sacchi, titolare nel ’42 in Milan-Fiorentina a 16 anni, 7 mesi e 17 giorni”.
E dopo nove anni, questa classifica storica è tornata d’attualità: “Se Camarda avesse esordito da titolare anche solo tre partite fa avrebbe battuto questo record. È incredibile, perché mio nonno fece solo una partita nel Milan, eppure sono 82 anni che resiste questo primato“. È il paradosso, e in fondo anche la giustizia, che c’è nella storia di Giuseppe Sacchi. Il portiere dimenticato ma allo stesso tempo indimenticabile. Un primato che ne tiene viva la memoria. E chissà ancora per quanti anni.