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“Giocava le partitelle con noi, gli volevamo tutti bene”. Il Cagliari di Max Allegri raccontato da Jeda

“A Cagliari ho trascorso anni bellissimi, ho casa e tanti amici. Ringrazio i tifosi per la splendida accoglienza che mi hanno riservato, anche se l’anno prossimo saremo avversari…”. Massimiliano Allegri e il Cagliari, storia di un grande amore… Quel giorno è arrivato, sempre la Juventus di mezzo, come il lontano aprile 2010. E chissà cosa proverà l’allenatore livornese ripercorrendo quel tunnel. L’odore del prato, i cori, lo stadio “matrioska”. Sono passati sette anni, ma tutto sembra immutato. Il Cagliari di Conti, Lopez, Cossu e Pisano, ma anche quello del magico trio AcquafrescaMatri-Jeda, invece, non c’è più. E’ proprio il brasiliano con la solita simpatia e disponibilità, a raccontare il Cagliari di Allegri ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

“Ho un ricordo bellissimo di Allegri” – attacca Jeda dopo un lungo sospiro – “Mi bastò poco per capire che sarebbe arrivato in alto. Veniva dalla Lega Pro, da un Sassuolo che non era certo quello di adesso, eppure riuscì subito a imporre le sue idee e a farci giocare alla pari delle grandi. Si vedeva dalle piccole cose, dai dettagli che era un predestinato. Allo scetticismo iniziale ha risposto con i fatti, con i risultati, nei due anni con noi e poi nella Juventus e nel Milan“. E dire che tutto cominciò con 5 sconfitte consecutive. Il “mangia allenatori” Cellino, stranamente, tenne duro e rinnovò a sorpresa il contratto ad Allegri: “Diciamo che, per la fama che si era fatto Cellino, magari all’esterno risultò quasi una sorpresa (ride). In realtà il presidente valutò anche la situazione che c’era all’interno dello spogliatoio e noi c’eravamo stretti intorno ad Allegri. Non c’era nessun tipo di tensione, lo seguivamo alla lettera e in effetti il Cagliari giocava bene. Per un presidente esigente come Cellino era una novità, ma c’erano delle motivazioni, Allegri meritava la conferma: lo dicevano le prestazioni”.

Ma come mai “Acciughina” era così speciale? “E’ un allenatore vicino ai calciatori, un amico. Sa farti ridere, gli piacciono le battute, fa stare bene il gruppo. Ma allo stesso tempo ci faceva capire quando era il momento di fare sul serio, di essere professionisti. A volte la nostalgia del pallone era troppa e faceva le partitelle con noi, si divertiva a giocare ed era anche bravo. Era una cosa molto positiva per noi, lo sentivamo vicino. Poi però quando si doveva lavorare diventava il professionista esemplare che è tuttora. Questo per me significa saper guidare il gruppo”. La villa al Margine Rosso, i pranzi con la squadra, le vacanze al Forte Village: l’isola diventa una terra adottiva. “Sì, è vero” – riprende Jeda – “Spesso ci portava fuori a cena e pagava lui. Questo completa il suo profilo. Gestione eccellente del gruppo, ci sentivamo ben voluti e parte della famiglia. Gli volevamo tutti bene e ci allenavamo col sorriso, davamo il massimo: non volevamo deluderlo. Non aveva preferiti, sapeva coinvolgere tutti, questo è uno dei suoi segreti. E quando c’erano quelle cene si rideva sempre, aveva il controllo totale dello spogliatoio”.

Il migliore allenatore della tua carriera? “Ho avuto tanti ottimi allenatori, ma ai massimi livelli sicuramente Allegri è stato il migliore e i risultati lo testimoniano. Con il Cagliari ha raggiunto vette di gioco e di classifica altissime. Ci sono stati momenti in cui abbiamo giocato per l’Europa. Poi ,magari, a un certo punto della stagione venivano meno le energie nervose per aver speso tanto nella prima parte. Magari con una rosa un po’ più lunga saremmo arrivati in Europa senza problemi. La controprova? Con Milan e Juventus, con rose di altissimo livello, ha vinto quasi tutto. Stratega, psicologo, amico. Un grande allenatore”. Tutto finì l’undici aprile del 2010 per colpa… della Juventus. Già, fu proprio la Vecchia Signora a interrompere la favola tra Allegri e il Cagliari, per due motivi. Il primo, quello ufficiale, la sconfitta per 1 a 0 al Comunale di Torino, la sesta in otto partite: troppo per Massimo Cellino. L’altro, il gossip. Secondo gran parte della stampa Allegri aveva raggiunto un accordo per guidare i bianconeri nella stagione 2010-2011. Allegri in realtà a fine stagione firmò per il Milan…

Non bastò la Panchina d’Oro per lo splendido campionato 2008-2009 e il rapporto speciale creato con i giocatori. Max lasciò la Sardegna in lacrime. Il saluto del suo Sant’Elia l’ha ritrovato lo scorso 23 maggio, in occasione del “Conti Day“. “L’abbiamo ritrovato proprio come l’avevamo lasciato” – conclude Jeda – “L’Allegri che conoscevamo. E quel giorno è stato speciale per tutti, una rimpatriata per rendere onore a un campione come Conti. Daniele mi ha chiamato personalmente, ho sentito il fuoco dentro. Sono stato fortunato a far parte di quel gruppo lì, con Conti, Lopez, Cossu che mi hanno fatto sentire subito uno di loro. Lo scorso maggio ho rivissuto le stesse emozioni della salvezza del 2008 e del biennio successivo. Quel gruppo era spettacolare e Allegri è stato abilissimo a gestirci nel migliore dei modi”.