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Quei volti familiari entrati almeno una volta nelle case di tutti gli appassionati di calcio. Gianfranco De Laurentiis è stato per decenni "Lo Sport "in televisione. Oggi si è spento all’età di 81 anni a Roma. Dal calcio alla Formula 1, le sue due grandi passioni, ha raccontato lo sport per tutta la sua vita. Primo direttore della redazione sportiva della Rai, ha condotto per oltre 20 anni – da metà anni ’70 fino al 1994 – la trasmissione “Eurogol”, la rubrica del TG2 sul panorama delle coppe europee di calcio, insieme al collega Giorgio Martino. Dal 1987 al 1996 ha condotto Domenica Sprint assieme ad altri colleghi, poi La Domenica sportiva, Pole Position e Dribbling


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Con Eurogol è stato precursore di tutte le trasmissioni sul calcio europeo che sono venute dopo, portando, per la prima volta, nelle case degli italiani gol e immagini dei campioni di tutta Europa. Raccontando le imprese europee del Bayern Monaco di Beckenbauer e Rummenigge, l’Ajax di Cruijff, il Nottingham Forest di Brian Clough o il Liverpool di Keegan


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Precursore ma anche innovatore, perché forse non tutti sanno come il nome della trasmissione “Eurogol” (ovvero tiro a rete dalla lunga distanza) fu battezzato proprio dai conduttori a sottolineare questa peculiarità tutta estera. In Italia era il tempo del catenaccio, delle partite con pochi gol, segnati di testa o in area di rigore dai grandi centravanti dell’epoca come Riva o Boninsegna. Un richiamo al divertimento e ai tanti gol sottolineato anche dalla “sigla bailada” stile samba.

Una trasmissione molto cara alla famiglia Di Marzio, con Gianni ospite frequente e amico fraterno di De Laurentiis che lo ha voluto ricordare cosi: “Indimenticabile compagno di viaggio in Rai quando ho avuto l’onore di essere il terzo gemello del gol insieme a lui e Giorgio Martino nella storica trasmissione Eurogol. Ma soprattutto grande amico e gentiluomo senza eguali. Mancherai a tutti, maestro di calcio e vita”,


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Grazie per averci fatto vedere campioni dei quali sentivamo solo i racconti. Grazie per il garbo e uno stile unico nel raccontare le Coppe Europee dell’epoca. Grazie anche per le nottate quasi in bianco passate a guardare stadi, maglie e atmosfere così lontane in quegli anni. Ciao Gianfranco.