“Gerrard” Romano, a Prato c’è il nuovo “Stevie G”: “E ‘il mio idolo. Benitez? Che ricordi”
Steven Gerrard ha appena annunciato il suo ritiro, ma forse ha già trovato il suo erede. Lo pensarono i dirigenti del Liverpool quando nel 2013 provarono a strappare Antonio Romano al Napoli. Oggi il “gioiellino” azzurro ha vent’anni e gioca nel Prato, ed è fresco di doppietta decisiva, alla Gerrard. Domenica scorsa Romano ha deciso di trasformarsi in Stevie G e ha regalato i tre punti alla squadra nella difficile gara di Olbia, facendo salire il suo bottino stagionale a 4 reti. Antonio, come si festeggiano due gol tra i professionisti?
“Con gli amici, ci siamo riuniti in un locale, ma, anche se lo stai pensando, no, non abbiamo fatto tardi. Due gol sono una grande gioia di per se, poi avevamo proprio bisogno di vincere e quindi sono doppiamente felice. A Prato si sta molto bene e quando le cose girano per il verso giusto anche meglio (ride). Ho cominciato ad apprezzare la città e quando posso sto con i mie amici, una passeggiata euna partita a biliardo. Obiettivi? A inizio anno ci aspettavamo tanto. Con gli acquisti di Tavano e Antonini la piazza si era scaldata e il nostro obiettivo erano i play-off. Ci possiamo ancora arrivare, ma visto l’andamento iniziale pensiamo prima a salvarci. Se viene qualcosa di più lo prenderemo volentieri”. A proposito di Antonini, il talento di San Giorgio a Cremano ci tiene a dire qualcosa: “Sì, approfittando dell’intervista volevo spendere due parole per Luca. In questi mesi ha dato tutto e non ci ha fatto mancare i suoi consigli. Mi è stato vicino nei momenti di difficoltà e quando ho letto la notizia del suo ritiro ci sono rimasto molto male. Nel discorso che ci ha fatto negli spogliatoi si è messo a piangere e ha fatto emozionare anche noi. Era fondamentale nello spogliatoio, una perdita enorme“.
Come è nato il tuo soprannome? “Non ci crederai ma Gerrard è sempre stato il mio idolo. Mi mise questo soprannome Nicola Liguori, mio allenatore nei Giovanissimi Nazionali. Mi diceva che avevo movimenti e caratteristiche molto simili a quelle di Gerrard e questo paragone mi ha sempre fatto un enorme piacere: si tratta di un fuoriclasse assoluto. Interesse del Liverpool? Così si dice, ma bisognerebbe chiedere al mio procuratore, lui sa tutto”. Altro grande estimatore di Antonio è Rafa Benitez, che lo portò con se in ritiro nel 2014: “Tra i mesi più belli della mia vita. Allora avevo 18 anni e stare in mezzo a tanti campioni mi sembrava un sogno. Solo vederli da vicino ti fa imparare tanto, la cura dei particolari a certi livelli è quasi maniacale. Insigne e Cannavaro mi sono stati molto vicino e mi hanno riempito di consigli. Benitez? Mi stima molto, lo so di certo, e mi ha fatto lavorare tanto nel recupero palla e grazie a lui in questo fondamentale sono migliorato tanto. Dopo l’esordio in amichevole con la prima squadra ho firmato il primo contratto da professionista”.
Com’è cominciato il tuo sogno? “A San Giorgio a Cremano in una squadra che si chiama Europa Massese. All’epoca era solo un gioco e pensavo solo a divertirmi, vivevo sempre con il pallone tra i piedi e ogni angolo di casa diventava buono per fare due tiri. Ho avuto la fortuna di essere accompagnato da persone straordinarie nel corso di tutta la mia crescita calcistica. Sacrifici e rinunce sono un passo necessario per qualsiasi ragazzo che vuole intraprendere seriamente questa carriera. Non mi sono mai lamentato se non potevo uscire con gli amici o se dovevo mangiarmi un panino tra una lezione e un allenamento, lo facevo e stavo zitto. Prima del Napoli è arrivata un’offerta da parte della Roma, ma sia io che i miei genitori abbiamo preferito gli azzurri, una seconda pelle. Sono sempre stato tifoso del Napoli, non c’è dubbio”.
Non ti è mancata neanche l’esperienza in azzurro. Tra Under 16, Under 17 e Under 18, qual è il tuo ricordo più bello? “Il Mondiale Under 17 del 2013 a Dubai. Siamo usciti agli ottavi di finale contro il Messico, ma è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere molto. Ci siamo confrontati con i migliori talenti di quella generazione, bellissimo per me”. Sei ancora di proprietà del Napoli, vestire l’azzurro è il tuo sogno più grande? “Sì, assolutamente. Se mi chiedi cosa mi manca di Napoli ti rispondo la famiglia e gli amici. Poi… il Napoli, le emozioni vissute con quei grandissimi campioni con i quali ho avuto la fortuna di allenarmi. Mi sto abituando a stare lontano e ad avere pazienza. Il mio obiettivo è migliorarmi qui a Prato, poi se arriverà una chiamata dagli azzurri la prenderò al volo”. La maglia numero otto del Napoli è già prenotata…