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Germania, è la fine di un ciclo: ognuno ha la sua Corea

Ogni ciclo, prima o poi, è destinato a finire. Lo ha imparato anche la Germania di Joachim Low.

E cosa resta? Il silenzio, “totale nella squadra, non siamo ancora in grado di dire nulla. È difficile spiegare perché non ce l’abbiamo fatta”.

Impossibile per il ct che quattro anni fa è salito salito sul tetto del mondo ed oggi dice addio al Mondiale, a causa della nazionale 61esima nel Ranking FIFA, e forse anche alla panchina tedesca.

Il presente brucia, il futuro è un’incognita. “Ho bisogno di un paio di ore per capire. Non mi sarei aspettato una sconfitta con la Corea del Sud, ero ottimista. Anche per me la delusione è enorme. Aspetto domani, e ci saranno dei colloqui”.

Ognuno ha la sua Corea, ognuno le proprie responsabilità. E Low se le prende tutte. Mani nei capelli, sguardi smarriti durante le esultanze dei sudcoreani. “Con la stessa squadra che aveva vinto in Brasile non puoi diventare campione del mondo”, diceva.

La storia non si può ripetere, non così. E chissà quando i tifosi tedeschi perdoneranno a Low un’uscita così dalla Coppa del Mondo.

La Germania era arrivata alla Kazan Arena per giocarsi tutto, onore e qualificazione, ed è rimasta senza niente. La maledizione dei campioni in carica ha colpito ancora ma è troppo facile appellarsi a questa tradizione negativa che in passato non ha risparmiato alcune grandi del calcio mondiale, Italia compresa.

Nella prima partita contro il Messico, molti hanno visto una Germania stanca, fuori condizione non tanto fisicamente quanto mentalmente. In balia degli avversari. Nella seconda gara, quella contro la Svezia, la magia di Kroos aveva messo in ombra una partita comunque non da Germania dei bei tempi ma con un secondo tempo giocato da grande squadra.

Solo ieri l’Argentina aveva insegnato: negli ultimi 90 minuti si può ottenere il massimo (tradotto: pass per gli ottavi), anche con un inizio sottotono.

Oggi è stato proprio Kroos a dare agli avversari il pallone per colpire al cuore la Germania. Il “disastro” tedesco è poi diventato realtà appena 4 minuti dopo: questa volta l’errore è di Neuer che, da attaccante aggiunto, perde palla sulla trequarti e concede campo alla ripartenza coreana, chiusa poi dalla rete di Son.

Svezia – si, proprio loro – e Messico ringraziano e volano agli ottavi.

Pronostici ribaltati, Germania ultima del suo Gruppo e per la prima fuori alla fase ai gironi. Mai i tedeschi avevano fatto così male nella fase finale di un Mondiale. Due soli gol segnati, bassa intensità: il risultato peggiore nella storia tedesca al Mondiale.