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Cos’è il Geo Blocking e come potrebbe cambiare il mondo dei diritti tv

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui si chiede di rivedere il geo-blocking: ma di cosa si tratta?

Nella giornata di mercoledì 13 dicembre, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in cui si chiede di rivedere il Geo Blocking. I blocchi geografici – Geo Blocking, in inglese – permettono di fare acquisti online e di accedere ai servizi oltre il confine nazionale senza molte restrizioni. La risoluzione è stata approvata con 376 voti a favore, 111 contrari e 107 astenuti. Ma cosa c’entra con il mondo del calcio? Andiamo per gradi.

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Cos’è il Geo Blocking?

Il Geo-Blocking è una tecnologia che ha lo scopo di filtrare i contenuti sul web in base alla posizione geografica da cui un utente si connette a internet. Riguarda qualsiasi tipo di evento in streaming: da un film o una serie tv fino agli eventi sportivi. Il Geo Blocking ha anche lo scopo di offrire contenuti diversi in base alla nazione in cui viene utilizzato.  

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De Siervo: “Accogliamo la decisione con soddisfazione”

Dopo la decisione del Parlamento Europeo, sono arrivate anche le parole dell’amministratore delegato della Lega di A Luigi De Siervo:Accogliamo con soddisfazione l’esito di oggi della sessione plenaria del Parlamento europeo, che ha respinto la richiesta alla Commissione di presentare una revisione del regolamento sul Geo-blocking entro il 2025 che avrebbe incluso i contenuti sportivi e cinematografici. Inoltre il Parlamento europeo ha riconosciuto la peculiarità dei servizi Audio Visual, che se inseriti in una cancellazione del Geo-blocking subirebbero un aumento dei prezzi per i consumatori e una significativa diminuzione di investimenti”.

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E poi ha concluso: “Infine, ma non ultimo come importanza, il Parlamento nella sua votazione di oggi ha riconosciuto che il mantenimento del Geo-blocking per i prodotti protetti da copyright è uno dei principali strumenti per garantire la diversità culturale, viceversa ci sarebbe il rischio di ridurre il numero dei canali di distribuzione di contenuti“.