Genoa, Veloso: “Qui mi sento a casa. Potevo andare via, ma ho un debito da saldare…”
L’arrivo a Genova nel 2010 dove è rimasto per due anni, poi quattro stagioni alla Dinamo Kiev e di nuovo il ritorno in rossoblu. Miguel Veloso sotto la Lanterna oramai si sente a casa e in un’intervista al Secolo XIX, racconta il nuovo Genoa che sta nascendo: “Mi sento in debito con la società, l’allenatore, i giocatori e i tifosi. Ero venuto per dare una mano e sono stato fuori tanto per due infortuni. Non è stata colpa mia ma sono rimasto anche per fare quello che non mi è riuscito l’anno scorso”.
Nella precedente stagione il Genoa ha seriamente rischiato la retrocessione: “Abbiamo vissuto un incubo e lo abbiamo scacciato, quel giorno c’è stata un’esplosione di emozioni, la paura era alle spalle. Non vogliamo più rivivere un periodo come quello. Perché sono rimasto? La società aveva un’opzione e ha deciso di esercitarla… Certo, avrei potuto decidere di lasciare il Genoa e allora sarei andato via. Però ho questo debito con tutti quanti da saldare. E qui sto bene, sono affezionato a questo club. Non mi sento un leader ma sicuramente voglio essere un esempio per i più giovani. Voglio aiutare la squadra a fare una bella stagione e l’anno scorso non ho potuto farlo”. Un tempo era molto criticato, adesso tutti dicono: “ ‘Senza Veloso il Genoa non funziona’. Nel calcio non contano le individualità, conta la squadra. E non è vero che senza di me il Genoa non funziona, c’è un’idea di gioco precisa che è la nostra forza. Le critiche fanno parte del calcio, dove non c’è equilibrio. Dicevano che non correvo e si vede quanti chilometri percorro in ogni partita, dicevano che ero lento e adesso dicono che faccio funzionare bene la squadra. Io ho sempre mantenuto alta la fiducia, nei momenti positivi come in quelli negativi. E sia la società sia i compagni sia l’allenatore hanno sempre avuto grande fiducia in me”.
Mercoledì sera c’è stata la cena di squadra. Sta nascendo un nuovo Genoa: “È stata una bella serata, tutti insieme. Nessuno sfaldamento, anzi credo che quello che ci è successo abbia rafforzato l’intesa. Nessuno vuole più rivivere quell’incubo”. In tre anni di Grifone Veloso ha segnato due gol. Adesso, quattro nelle amichevoli: “Quando sono arrivato non conoscevo bene il gioco di mister Juric, è passato un anno e ora so bene cosa posso e cosa non posso fare. Mi sento più tranquillo, più libero. Corro tanto, vado a pressare, lo faccio volentieri perché questo è di aiuto alla squadra. E se poi mi entra anche qualche punizione… Perché puntare su di noi? Perché ci sono stati pochi cambiamenti e per me è una cosa molto positiva. Negli anni precedenti, quando c’ero io, c’erano sempre tanti giocatori che andavano e venivano. Quest’anno abbiamo cambiato poco ed è tutto più facile”.
Dal giocare con Rincon al farlo Bertolacci: “Hanno caratteristiche diverse ma per me cambia nulla. Il gioco del mister prevede ruoli e compiti precisi. Mi trovavo bene con Tommy, mi trovo bene ora con Berto”. Genoa per Veloso significa tanto: “Una città, un ambiente molto simile a dove vivo io in Portogallo. Sono sempre stato nella zona di Corso Italia, ormai mi sento a casa. È una città calda, con scorci bellissimi. E mi ricordo l’alluvione che ci fu nel 2011. Mi entrò l’acqua in casa, andai a fare un giro fino in centro, in via XX Settembre : ovunque c’era distruzione, negozi pieni di fango, auto rovesciate. Mi colpì la gente che, in quel disastro, arrivava e dava una mano a chi ne aveva bisogno. Sono immagini che non dimentico”.
Tante aspettative per la nuova stagione sono riposte in Taarabt: “Conosco Adel dai tempi in cui lui giocava nel Tottenham ed io nello Sporting. In questi mesi abbiamo parlato tanto, ha capito che doveva cambiare. Penso che sia stato toccato nell’orgoglio, colpito dal sentirsi dare del “ciccione” e del ‘fallito’. Sono tre anni che non gioca, deve ritrovare il ritmo. Ma se uno perde 11-12 chili in poco tempo il segnale è forte. E se torna quello di prima può darci tanto. Lo stesso vale per Ninkovic”. Infine sulla Coppa Italia: “Il mister ci chiede di andare avanti il più possibile. E dobbiamo dare motivazioni alla gente, farla tornare allo stadio. Abbonatevi, ci faremo perdonare la delusione dell’anno scorso”.