Flavio Bianchi, il Golden Boy con il Genoa nel cuore
Dieci anni nelle giovanili del Genoa, ieri la grande delusione al Torneo di Viareggio di cui è stato votato Golden Boy. Come Immobile. Spinazzola e Cristante. Alla scoperta di Flavio Bianchi
I suoi compagni disperati in mezzo al campo. Attoniti, senza parole. Il Genoa ha appena perso la finale del Torneo di Viareggio e osserva da posizione privilegiata i festeggiamenti del Bologna. Chi si fa forza è Flavio Bianchi, perché la fascia stretta intorno al braccio quasi glielo impone. Deve innescare una reazione, proprio come ha cercato di fare sul campo. Suo il gol che ha illuso i rossoblù e i tanti tifosi in Curva Piscina. Una veronica che lascia sul posto il difensore e un destro a prendere in controtempo il portiere. Bellissimo, da applausi. Emozionante come la corsa verso la panchina di Sabatini, che quella coppa l’avrebbe messa sullo stesso piano delle due promozioni ottenute con Padova e Como. Non è andata così però. Perché poi accade che Flavio si fa male, tanto da dover uscire una decina di minuti dopo. E che il cross di Cossalter si trasformi nella rete del pareggio.
Bianchi è in mezzo al campo insieme a tutti. Si fa forza perché gli organizzatori urlano il suo nome al microfono durante la premiazione. E’ lui il Golden Boy del Torneo di Viareggio. I giornalisti lo hanno ritenuto il giocatore migliore. Un’onda di consolazione in un mare di delusione. Si deve mettere in posa, i fotografi devono immortalare il momento. Probabilmente è l’ultima cosa che vorrebbe fare, ma alla fine un piccolo sorriso gli esce. Più di orgoglio che di felicità. Da questo momento c’è anche lui in una lista che comprende i vari Immobile, Spinazzola e Cristante. Merito dei tre gol segnati nella competizione e non solo. La classica ciliegina sulla torta di un’annata da protagonista.
Punta classe 2000, 9 gol in 22 partite in campionato, quattro nelle ultime sette giornate. Lui, nato a Voghera ma con un futuro segnato. I primi calci alla Golfodianese, poi il Genoa che lo nota e lo prende per gli Esordienti. E’ amore a prima vista, il primo trofeo arriva nel 2012. Si tratta dell’Aspire International Cup, un triangolare che si gioca a Doha. Ci sono l’Everton e una formazione locale. Lui ne segna quattro in due partite e trascina i compagni verso la vittoria. Tre anni dopo si ripete nella Nike Cup, dove rivede la luce dopo l’infortunio al menisco accusato nei Giovanissimi. Flavio segna al Bari e alla Roma. Lo fa anche con l’Inter, nella gara decisiva che porta il Genoa alle finali di Manchester. Gioca in coppia con un certo Pellegri, l’intesa è massima.
Già, Pellegri e Salcedo. Lo spazio in Primavera rischia di essere poco per chi invece ha bisogno di giocare tanto per esplodere. Così va in prestito al Torino, con Cairo che per averlo batte la concorrenza di diverse squadre. Si dice anche quella dello United, che aveva mostrato un certo interesse. In granata segna otto gol, la metà dei quali nella cavalcata verso la conquista della Coppa Italia. Ma a fine stagione è tempo di tornare a casa. Il Genoa è parte di lui ormai. Lo ha dimostrato dopo il gol al Livorno nella seconda giornata del girone, quando nell’esultare ha baciato la maglia. Un gesto spontaneo dopo 10 anni con la nove rosso e il blu sulle spalle: “Siete unici, i più belli d’Italia” Ha scritto su Instagram mentre il pullman riportava la squadra a casa nel silenzio generale. Un messaggio dedicato ai tifosi del Genoa, che ieri hanno esultato per il suo gol. Il boato della gradinata nord, già. Quello che spera di poter sentire tante altre volte ancora.