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Genoa, Kouame: “Sorrisi e pallone, vi racconto la mia vita. Ecco perché l’esultanza alla Drogba”

L’attaccante del Genoa Kouame si racconta: dagli inizi in Costa d’Avorio al rapporto con i tifosi rossoblù

Dai campetti della Costa d’Avorio alla Serie A. Per Kouame il viaggio è stato lungo. Ma adesso, con la maglia del Genoa, il presente è tutto da vivere. Un pallone per amico e la passione per il calcio: il sogno dell’attaccante ivoriano è iniziato così. Lo ha raccontato lui stesso ai microfoni di Sky Sport: “Il pallone è stato il mio primo amico. E, ancora oggi, me lo tengo stretto. Più volte ho spaccato qualcosa con la palla, ma ne è valsa la pena”.

In Italia da più di cinque anni, Kouamé è arrivato nel nostro paese grazie ad un’intuizione di Paolo Toccafondi, presidente del Prato, che notò il giocatore classe ‘97 durante un viaggio in Africa: “Il mio Paese mi manca, è più di qualche anno che non torno. Sono arrivato in Italia a 15 anni, non pensavo di arrivare in Serie A. Ho giocato un torneo in Costa d’Avorio poco prima di partire per l’Italia. Mio padre è entrato in campo infuriato dicendomi che dovevo uscire, ma sono corso via. Poi la persona che mi ha dato la possibilità di fare il primo provino in questo paese ha parlato con lui convincendolo a lasciarmi giocare”.

Spensierato, felice. Kouamé affronta la vita col giusto piglio: “Ho sempre vissuto col sorriso e con il pallone. Quando mi sveglio la mattina sono contento. Gioco in Serie A con lo spesso spirito con cui giocavo sul campetto nel mio paese. Qui all’inizio avevo paura di sbagliare. In Costa d’Avorio, invece, sbagliavo e imparavo. Devo giocare libero come se fossi in Africa”. L’amore dei tifosi, poi, fa sentire speciale il giovane attaccante: “Con loro ho un rapporto fantastico, non mi sento superiore. Sono contento quando mi chiedono di scattare una foto o firmare un autografo”.

La sfida con la Lazio è il prossimo ostacolo per il Genoa. Kouamé, però, ha le idee chiare: “Sappiamo che la Lazio è una buona squadra. Dobbiamo andare lì per fare la nostra partita”.Un commento, poi, sulla sua stagione: “Posso fare di più, non so che voto darmi. Forse un 10, ma sarebbe troppo facile”.

Capitolo esultanze. Da quella dedicata a Drogba, dopo il gol segnato col Napoli lo scorso 10 novembre, alla prossima da realizzare. Magari già in occasione della partita con la Lazio: “Contro il Napoli ho dedicato l’esultanza a Drogba perché era la settimana in cui aveva annunciato l’addio al calcio. Non l’ho mai conosciuto da vicino.L’esultanza, però, è sempre sempre una sorpresa. Vedremo cosa succederà”.