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Gavi, chi è il 2004 che ha giocato titolare contro l’Italia

Chi è Gavi, il 2004 del Barcellona che ha stregato Luis Enrique in una manciata di partite

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Chi è Gavi

“Agile, tecnico e con proiezione offensiva”. Così si definisce Gavi, ultima pietra preziosa che il Barcellona ha estratto dalla Masia. Ciò che ha stupito di più di questa mezz’ala fino ad ora, però, è stata la personalità. La faccia tosta di mettere in mostra tutte le sue doti tecniche anche in un ambiente ostile, quello in cui ormai vive costantemente il Barça e che ha invece schiacciato la maggior parte dei suoi compagni, con non poca esperienza più di lui.

Vedi giocare Gavi, pensi “Masia”Il percorso spiega il perché. Il ragazzino è stato pescato dai culé ad undici anni, strappato al Betis perché già a quell’età aveva mostrato di portare nel sangue il DNA calcistico blaugrana. Poi tutta la trafila delle giovanili, anche in quel caso percorsa a passi da gigante: fra l’esordio in seconda squadra e quello in prima sono trascorsi solo 7 mesi. 

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“Tecnicamente è superdotato”, ha detto di lui l’ex allenatore Artiga a Goal Spagna. “Adesso è cresciuto anche fisicamente. Con questo fisico complementa le qualità tecniche e sua la capacità di fare la scelta giusta. È difficile trovare un giocatore così, con la sua tecnica e la sua velocità d’esecuzione”.

Ma in alto non si arriva con la sola tecnica. Lo conferma sempre Artiga, che spiega: È ipercompetitivo, uno dei giocatori più competitivi che conosca. Va sempre al massimo, con mentalità vincente fino all’ultimo minuto”. Allo stesso tempo, però, è uno degli aspetti che deve migliorare: “Le partite hanno anche pause, quando si deve guardare più al gioco di posizione. Ma ha fatto grandi progressi nel controllo delle emozioni”.

Controllare le emozioni non sarà facile, né richiesto, soprattutto in una partita con la posta in palio così alta come quella con i campioni d’Europa. Una presenza per la storia, ma anche uno scontro generazionale. Cosa si direbbero lui e Chiellini se si incrociassero in campo? Di certo non potranno parlare di quel Roma-Fiorentina, giocato quando Gavi aveva due mesi di vita, ché va bene essere un prodigio di precocità, ma a tutto c’è un limite…