Galloppa, lo sfortunato talento di Tor de’ Cenci: la Nazionale, la Serie B, i tanti infortuni
Non è possibile. Ancora una volta, la quarta negli ultimi cinque anni. Il ginocchio di Daniele Galloppa cede, come accadde nell’agosto 2010 quando il centrocampista romano doveva firmare con la Juventus. E chissà che piega avrebbe preso la sua vita se in quella maledetta amichevole precampionato contro lo Shakhtar Donetsk, Daniele non fosse andato a contrasto, non avesse messo male la gamba. Maledetta sfortuna, dannata malasorte, Galloppa scuote la testa e paga il conto, anche oggi.
Talento unico cresciuto nelle giovanili della Roma, intelligente tatticamente e col mancino educato. Che arrivasse a giocare nei professionisti lo sapevano anche i magazzinieri del Tor de’ Cenci, società dove Daniele ha messo per la prima volta le scarpette. Eppure Galloppa prima di toccare l’Europa col Parma, di gavetta ne ha fatta tanta: Triestina, Ascoli e Siena. Serie B e Serie A come è giusto che sia. Una carriera mai decollata con le grandi d’Europa per via dei tanti infortuni occorsi alle ginocchia, tutti gravi, l’ultimo domenica scorsa.
A Parma dicevano che lui potesse giocare anche con una gamba sola. Cresceva di partita in partita tanto da guadagnarsi la Nazionale. Due presenze in azzurro e poi il buio: nell’ottobre del 2012 si fa male, allo stesso legamento. Altra estate e altre lacrime: sì perché non c’è tempo di tornare in campo che un’altra amichevole internazionale col Marsiglia è una pugnalata al cuore e all’anima. Terapie, potenziamento, operazione e di nuovo corsetta intorno al campo. Alcuni lo danno per finito, lui torna e vive il fallimento del Parma, Crespo lo chiama e lui risponde presente. Si ricomincia con lo stesso entusiasmo sempre in Emilia, sempre in gialloblu, ma all’ombra della Ghirlandina.
Modena doveva essere l’opportunità per rinascere. Per riprendersi la Serie A, salutata a soli trent’anni. Un film visto e rivisto quello al quarto d’ora della partita col Cesena. Le parole non bastano, i messaggi di conforto personali e sul social network degli amici fanno piacere, ma il dolore non passa. Non può finire così: il derby amaro resterà solo un altro brutto ricordo in una vita ricca di soddisfazioni. Galloppa non ha mai mollato, e non lo farà di certo ora. Di qui ci è già passato. Si tocca l’inferno e poi si torna sulla terra. A testa alta e col sorriso sul volto, ancora una volta. In bocca al lupo, Daniele.
di Tommaso Turci (@TommasoTurci)