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Galli: “Sono un estimatore di Sarri, lo portai al Verona. Donnarumma? Il Milan ha vinto 7 Champions anche senza di lui…”

Una vita tra i pali, da nord a sud. Ha parato di tutto, ha vinto di tutto. Giovanni Galli ora si è allontanato dal campo, ma il calcio di certo non lo molla. E in un’intervista alla Gazzetta dello Sport si racconta tra ricordi del passato e le aspettative per il futuro alla viglia dei suoi 60 anni: “Mi piacerebbe trasmettere la mia passione e il mio amore per un club ai giovani, per far capire l’importanza del senso di appartenenza e la storia della squadra in cui si gioca. La squadra a cui sono rimasto più legato: “Alla Fiorentina, perché lì ho incominciato a 14 anni e sono andato via a 28. Poi ho fatto anche il d.s., dalla C2 fino alla promozione per tornare in A, con i Della Valle. E poi sono legato a Firenze, perché lì continuo a vivere”. Quando era alla Fiorentina Galli vinse anche il Mondiale nell’’82, senza però mai entrare in campo: “Se mi sono lo steso sentito campione? Sì, perché ero il primo tifoso di chi giocava. I titolari non ci hanno mai fatto sentire riserve. E poi siccome Zoff cercava la condizione facendo ginnastica, nelle partitelle ero io che impegnavo Paolo Rossi. Per cui posso dire di avere contribuito a fargli ritrovare la forma. Il mio arrivo al Milan? Mi chiedevo dove volevano che arrivassimo. Mi sentivo catapultato in un mondo nuovo, perché ero abituato alla gestione familiare dei Pontello a Firenze, dove andavo agli allenamenti in bicicletta. Berlusconi, però, era stato chiaro ad Arcore, dove aveva invitato i nuovi acquisti. Disse a mia moglie che le avrebbe sequestrato il marito perché dovevamo vincere tutto, dimostrandosi subito di un’altra categoria”.

Giovanni Galli apre poi il libro dei ricordi, partendo dal più bello: “Il primo scudetto vinto a Como, anche se mi è rimasto il rammarico di non aver sollevato un trofeo quel pomeriggio. Per fortuna, poi, alla sera c’è stata la festa coi tifosi a S.Siro. Perché lasciai il Milan? Quando tornammo da Tokyo, dove avevamo vinto l’Intercontinentale, Sacchi mi disse che avrebbe avuto bisogno di me nella partita successiva e invece a Bari non giocai. La cosa si ripetette, forse per i contrasti tra Sacchi e Berlusconi. E allora chiesi di andare via, perché speravo di vincere un’altra coppa dei Campioni con il Napoli”. Dai ricordi al presente, passando per la lotta scudetto, per il quale Galli si augura la vittoria del Napoli: “A Napoli sono stato benissimo, mi piace il progetto di De Laurentiis che ha costruito la squadra mattoncino su mattoncino e poi sono un estimatore di Sarri, che mi aveva impressionato quando allenava la Sangiovannese, ai tempi in cui ero d.s. della Fiorentina in C2. Così, all’inizio del 2008, quando ero dirigente del Verona in Serie C, consigliai al presidente Arvedi di prendere Sarri, per impostare in anticipo il lavoro per l’anno successivo. Dopo le prime sconfitte, però, Sarri fu esonerato a mia insaputa e allora, per coerenza, diedi le dimissioni. Napoli favorito per lo scudetto? Per l’entusiasmo e il calendario sì, ma della Juve io non mi fido mai. Questo fine settimana dirà molto, perché il Napoli deve gestire l’euforia in una partita non facile a Firenze. Donnarumma dovrebbe rimanere al Milan? La società rossonera ha vinto 7 Champions senza di lui e quindi deve rimanere soltanto se è convinto al 100 per 100, come Baresi che giocò due anni in B”.