Gabigol, Dunga chiama: è Brasile, da erede di Neymar! “Ma stavo dormendo…”
Toc toc. “Dai, Gabi… apri quella porta”. Sará uno scherzo? Puó capitare di svegliarsi cosí all’improvviso una mattina qualsiasi. Non fosse che c’è una telefonata importantissima da ricevere: “Ma dai, a quest’ora sará uno scherzo…”. Reagisce cosí Gabriel Barbosa, per tutti Gabigol, l’attaccante del futuro classe ’97 che con il Santos sta incantando da tempo con il numero dieci sulle spalle pur essendo poco più di un ragazzino. Ereditato da un certo Neymar, mica male.
Ritiro della Seleçao olimpica, i talenti piú giovani tutti insieme dopo la partita con la Nigeria, Gabigol è in stanza con Andreas Pereira del Manchester United. L’agente Pedroso lo bombarda di sms, Gabi non ha ancora acceso il telefono, sono appena le 9 del mattino. Finché alla sua porta suona con insistenza Gustavo, l’uomo del gruppo di quel Brasile olimpico che promette benissimo verso i Giochi di Rio, davanti alla propria gente. “Dovete aprire, c’é una telefonata per Gabi”. “Saranno i ragazzi che fanno uno scherzo, dai…”, risponde lui ridendo con Pereira, altro gioiello giá di casa a Old Trafford. E invece no.
Al telefono c’é Gilmar Rinaldi, i nostalgici del nostro calcio (e mercato…) lo ricorderanno come portiere del Brasile campione nel ’94 o anche agente di Adriano, oggi coordinatore delle nazionali brasiliane. Uomo multitasking, iPhone sempre pronto: “Gabigol, ti do il benvenuto in Seleçao, quella dei ‘grandi’. Sei tu il sostituto di Neymar“. Brividi in stanza, carezza del destino, abbraccio immediato con Pereira dopo l’incredulitá iniziale.
Eh sì, perché Neymar è squalificato e col Paraguay nelle eliminatorie per il Mondiale non ci sará. Dunga ha scelto proprio Gabigol: diciannove anni, giá ben oltre la doppia cifra anche quest’anno col suo Santos, gol su gol a Vila Belmiro – casa del Peixe – per questo centravanti tutto potenza, piede mancino ma anche qualitá e movimenti per aiutare la squadra. Giocatore moderno con tanta personalitá a condire un talento purissimo, erede designato di Neymar in quella che fu casa di Pelé prima e Robinho poi.
Da tempo ha gli occhi addosso di mezza Europa, da pensiero del Milan nella scorsa estate a osservato speciale del Barça con tante voci sulla Fiorentina che fino a oggi non trovano conferme. Gabigol è obiettivo difficile, naturale… adesso ancor di più. Prima chiamata col Brasile, quello vero; aspettando le Olimpiadi, un assaggio di grande salto per l’attaccante della Seleçao che verrá. Eppure il futuro è adesso: “Un’emozione enorme, se ripenso che volevo continuare a dormire… avevo anche spostato la sveglia e rinviato il caffé coi compagni!”, racconta Gabigol. Risvegli in verdeoro, aprite quella porta. Non è uno scherzo.