Futsal, Falcao: “Tifo Juventus non solo per il fratello Dani Alves: sono bianconero da sempre”
Alessandro Rosa Vieira, semplicemente Falcao. Non l’ex regista della Roma, dal quale Vieira ha preso il soprannome, ma il fuoriclasse del futsal, il giocatore di calcio a 5 più forte di tutti i tempi. Qualche numero? Più di tremila gol in carriera per il brasiliano e quasi 200 trofei e un seguito di 2,8 milioni di fan su Facebook e 2,5 su Instagram.
“Il calcio è pieno di dualismi: Pelé o Maradona? Messi o Ronaldo? Nel futsal si pensa solo a Falcao” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Ma non è solo opinione, mi confortano il seguito sui social e i numeri: ho segnato oltre 3 mila gol e vinto quasi 200 trofei. Ho il record di gol di tutte le nazionali brasiliane e quello di gol nelle fasi finali dei Mondiali, 48. Numeri? Sono naturali: non posso sapere come rimbalzerà la palla o se servirà una bicicleta. Il mio corpo reagisce in base alla situazione: talento e fantasia fanno il resto. L’abilità ce l’ho fin da bambino, non l’ho mai nascosta, né ho avuto paura degli avversari. Se poi quei gesti tecnici li ripeti anche nella finale di un Mondiale, significa che hai personalità. Ma non ho mai mancato di rispetto a nessuno. A me piace giocare così, sempre. Quello che facevo da bambino per strada, faccio ora“.
Classifica dei gol più belli: “Me ne viene in mente uno all’Argentina nei giochi Panamericani del 2007. Sombrero al portiere, gol di testa: il difensore buttò giù la porta. Oppure uno in un’amichevole alle Isole Salomone, altra rovesciata: gli avversari mi sono venuti ad abbracciare. Iran? Una cosa che pensi possa accadere solo in un torneo di esibizione. Roba mai successa in nessuno sport. Invece i giocatori dell’Iran, dopo averci battuti, mi hanno circondato e mi hanno lanciato in aria. Da brividi, è scesa anchequalche lacrima“. Andriy Shevchenko gli ha consegnato il premio Best Fifa alla carriera: “Il più bello, il riassunto di una vita. Era un premio per i giocatori di calcio, invece erano tutti lì ad applaudire me. Con Sheva siamo amici: spesso, per scherzare, mi lustra le scarpe. Mentre Maradona, sempre a Zurigo, mi ha baciato le mani“.
C’è stata anche una parentesi nel calcio per Falcao: “Il San Paolo, nel 2005. Non me ne pento,però lì ero uno dei tanti. Ma la mia vita si gioca cinque contro cinque. Ho cinque anni di contratto con il mio club, il Magnus Sorocaba, ma diminuirò l’impegno agonistico per dedicarmi al ruolo di testimonial. Poi non allenerò, è la stessa routine del calciatore. Sfrutterò il mio nome e il marchio, Falcao 12, per far conoscere il futsal. A marzo sarò in Libano per un’esibizione a cui parteciperà anche Maldini. Poi andrò in Cina, ad aprire una scuola di futsal che porta il mio nome, come già ce ne sono in Brasile. Robinho nel futsal? Idea nata per scherzo, in tv. Ma Robinho, mio amico, mi chiamò, dicendomi che il figlio avrebbe voluto vederlo giocare a futsal con Falcao. E se lo dicono i bambini, ci riusciremo”.
II consiglio ai più giovani: “Il futsal è indispensabile: tra i 10 e i 12 anni, i ragazzi dovrebbero allenarsi solo con il calcio a 5, e poi scegliere la loro strada. Il futsal arriva dove non arriva il calcio: non c’è bisogno di grandi spazi, si può praticare ovunque. In America, hanno persino trasformato dei campi da tennis”. In chiusura d’intervista si parla di calcio italiano: “Sono tifoso della Juve da sempre, e non solo perché c’è mio “fratello” Dani Alves. Ma il nuovo logo non mi piace. Asti? Verissimo. Non è stato possibile solo per motivi di tesseramento. Ma fortunatamente sono riusciti a vincere anche senza di me. Chi si troverebbe meglio nel futsal? Messi. Ha tutti i movimenti del giocatore di calcio a 5. E, non a caso, è cresciuto con quello. Calcio contro calcio a 5? Sono due sport simili, ma diversi. Se giochiamo seriamente, 10-3 per noi”.