Fratelli Inzaghi, da San Nicolò alla Serie A: tutta la vita in 90 minuti
Da ragazzini giocavano insieme, da calciatori l’hanno fatto solo in Nazionale. La storia di Simone e Pippo, i “fratelli d’Italia” che nel Boxing Day giocheranno contro per la prima volta in Serie A
Giancarlo e Marina “non tiferanno per nessuno”. Parola del “Gianca”, papà diplomatico con due figli in Serie A. Stavolta la mamma resta in disparte, un po’ emozionata, mentre guarda un filmato che ripercorre la storia dei suoi figli. Nel primo “frame” c’è Pippo, il maggiore, quello che parla di calcio “26 ore su 24 e non riesce a farne a meno”.
Il suo primo squillo è il prologo di un bestseller da 300 mila copie, o 316 gol. Anticipo secco sul difensore e palla in rete. Il solito marchio. Poi arriva Simone, il “giocherellone” di casa Inzaghi, quello che ai tempi del Brescello correva negli spogliatoi perché “non amava i giri di campo”. Il tutto mentre Pippo imparava a memoria formazioni e studiava gli avversari. Un’altra testa.
Nel ’97 vivono insieme, Pippo gioca a Bergamo e “Mone” alla Lumezzane, il primo diventa capocannoniere e il secondo si fa le ossa, anche se tre anni dopo sarà tutta un’altra storia: a Roma c’è il sole, a Perugia diluvia, Pippo sbaglia e Simone segna. Lazio Campione d’Italia. Due carriere parallele che si incroceranno una sola volta, il 29 marzo del 2000, durante Spagna-Italia giocata a Barcellona. Zoff allenatore, Pippo Inzaghi centravanti con il fratello: “Uno dei punti più alti della mia carriera”. Detto da uno che ha vinto un Mondiale, due Champions e tre Scudetti.
La famiglia viene prima, lo dicono i dettagli: sotto il polsino bianco di Pippo c’era una medaglietta con il nome di Tommaso, il figlio di Simone. Legami e scaramanzia. Pippo è storia nota, bresaola a pranzo e Certe Notti nelle cuffie, ma Simone fa lo stesso: ama cenare con lo staff prima di gare decisive, guai a non finire il vino.
La notte del 25 sarà speciale, forse un po’ strana, ma il 26 sarà una festa: gli Inzaghi si affronteranno per la prima volta in Serie A in Bologna-Lazio. Nel 2012 avevano già “giocato” contro in Primavera, in un Lazio-Milan in cui vinse Simone, ora un bel remake dove l’invidia non esiste: il giorno in cui Pippo schiantò il Liverpool con una doppietta “da stirato”, Simone era ad Atene.
E Pippo era all’Olimpico il giorno dell’esordio in casa del fratello con la Lazio (3-0 contro l’Empoli). Dopo ogni partita i due si scambiano messaggi e consigli, l’anno scorso hanno svolto i ritiri a 30 chilometri di distanza e si sono anche incontrati (Pippo a Sappada, Simone ad Auronzo). Domani potranno godersela e scambiarsi un’occhiata di stima, pensando a quelle volte che uscivano di casa per giocare insieme. Pippo era il più grande ed usciva per primo: “Scendo soltanto se viene anche mio fratello”. Impossibile dirgli di no, impossibile chiamarlo derby.