Chico Conceição: record sì, etichette no. Il piccolo Drago dell’U21 portoghese
Il peso di un cognome conosciuto sulle spalle e soprattutto sopra al numero di maglia, nel calcio, è un fardello più o meno invadente che accomuna tanti figli d'arte. Ma un paragone ingombrante può essere ancora più difficile da gestire.
Basta chiedere a Conceição (Sergio) e a cosa ha pensato quando ha letto il nome di suo figlio (Francisco) accostato a quello di Messi. "Ecco, questo è un male. E' qualcosa che può condizionarti, mentre quando sei un ragazzino di 16/17 anni devi solo divertirti. Bisogna anche coltivare i propri sogni, ma in modo realistico e silenzioso".
Però inevitabilmente presto in Portogallo in molti hanno iniziato a chiedersi chi (e come) fosse Francisco Chico Conceição, oltre ad essere il figlio di Sergio. Evitando di continuare a chiamarlo il 'Messi do Olival', almeno in presenza del padre. Anche perché da quelle parti le etichette non piacciono affatto.
Drago mancino
Chico è un un'ala classe 2002, mancino ma utilizzato maggiormente sulla corsia destra. Rapido, non altissimo, col dribbling facile ma per papà Sergio non basta: "Deve saper ripiegare, essere veloce quando sale ma anche quando deve tornare a dare una mano in difesa". Da sempre tifoso dei Dragoes – con cui Sergio ha alzato 5 trofei in carriera – e con il calcio nel destino come i fratelli maggiori, Sergio (ora all'Estrela Amadora SAD), Moises che gioca nel Rio Ave e Rodrigo, anche lui al Porto ma ancora nella squadra B.
Ieri ha segnato il suo primo gol con la maglia del Portogallo Under21. Diciotto anni e tre mesi (19 a dicembre) ed è diventato il marcatore più giovane di sempre della selezione ora guidata da Rui Jorge in una fase di qualificazione all'Europeo di categoria. Contro la Svizzera è entrato al 62' al posto di Trincao e gli sono bastati 3 minuti per segnare la rete del definitivo 3-0.
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Il primo gol in LigaNos ancora deve arrivare ma qualcuno pensa sia solo questione di tempo. L'esordio è arrivato lo scorso febbraio, nel derby contro il Boavista. Tredici minuti in cui ha aiutato il Porto a sfiorare la rimonta, ha procurato il rigore della riscossa e ha segnato il gol del 3-2, poi annullato dal VAR. In mezzo, una corsa velocissima verso la panchina, per abbracciare il padre e scoppiare in lacrime per quel gol. Un momento di rara bellezza – secondo molti – e un gesto che resta, diversamente dalla rete di Chico che la tecnologia ha tolto al Porto per il fuorigioco di Evanilson.
I Conceiçao come i Cruyff e un anno nella 'palestra' di Joao Felix e Dalot
Guai a rivolgersi a Sergio definendo Francisco "tuo figlio" in conferenza o durante un'intervista. "La parte più emotiva deve restare a casa, qui è un giocatore come gli altri". Papà in panchina e figlio in campo, in prima squadra ma anche nel Porto B con i Folha (Antonio e il 19enne Bernardo) e solo pochi giorni prima dell'esordio del giovane Conceição. Coincidenze.
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Un altro esordio è arrivato quattro giorni dopo quello in campionato, il 17 febbraio. Champions League. Musichetta, il Do Dragao, 91 minuti in panchina poi la chiamata. E poco male che in campo sia stato davvero una manciata di secondi; il Porto ha vinto 2-1 contro la Juventus e Conceiçao è diventato l'unico allenatore insieme a Cruyff ad aver avuto l'opportunità di far giocare il figlio in Champions. Dalla posizione privilegiata della panchina, chiaramente.
La storia di Chico col Porto è iniziata nel 2018, un anno dopo il ritorno di Sergio da allenatore. Prima ci sono stati gli anni allo Sporting Clube, con tanto di rivendicazioni contro i rivali. 'E' 'nato' ad Alcochete. E' lì che ha iniziato a diventare il giocatore che è oggi'. Il Porto comunque ha iniziato a corteggiarlo dopo qualche torneo Under12/13 e ha subito provato a portarlo ad Olival.
Ma come non rompere quel saggio equilibrio costruito per evitare che due club rivali si 'rubino' i rispettivi giovani talenti? Con un'annata in una delle migliori palestre del Portogallo, un'isola felice in cui sostare una stagione prima del salto verso la big: il Padroense. Un club quasi centenario che ha accolto negli ultimi anni i vari João Félix, Diogo Dalot, Queirós, Diogo Leite e Diogo Costa. Una squadra satellite del Porto che nella stagione 2017/18 è stata la casa anche del giovane Conceição. Il piccolo Drago che non vuole etichette.