Forlì, Tentoni: “Mi dicono tutti che somiglio a Florenzi. Idolo? Kakà, ma adoro Bonaventura”
Caldara, Gagliardini, Conti, Kessie… Tutti pazzi per i “gioiellini” dell’Atalanta. Bene! Allora prendete carta e penna e segnatevi questo nome perché ben presto sarà Tommaso Tentoni a scatenare gli appetiti delle grandi. Terzino, esterno, mezzala, seconda punta, non c’è nulla che “Tommi” non sappia fare. Cresciuto con il mito di Kakà, ha potuto ammirare da vicino Bonaventura e sfidare Zappacosta durante gli allenamenti dell’Atalanta con la Primavera. Da due anni il giovane esterno marchigiano ha scelto Forlì e il sette dicembre scorso sono arrivate le prime due reti tra i professionistiche: doppietta nella gara contro il Bassano.
Tommaso, come l’hai festeggiata? “E’ stata una grande soddisfazione” – dichiara Tentoni ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Dopo il primo gol è arrivato subito il secondo: non potevo chiedere di più. Rimarranno indimenticabili. Ma non ho potuto festeggiare più di tanto, perché a distanza di tre giorni c’era la partita con la Reggiana e sono dovuto tornare subito ad allenarmi e concentrarmi sulla gara“. A proposito, so che la concentrazione è un aspetto sul quale lavori molto: “Sì, per la preparazione mentale ho un coach che mi segue, si chiama Niccolò Ferrari. Con lui preparo la partita durante alcune sedute settimanali. Penso alle azioni, ai gol, agli assist che potrei fare durante la gara e cerco di allenarmi sul campo in modo da farmi trovare pronto il fine settimana. E’ una novità. Per la parte atletica oltre al preparatore della squadra ne ho uno esterno. Si tratta di esercizi fatti per irrobustire la parte superiore de corpo, spalle, braccia, ma anche le gambe. E un in più rispetto a quello che faccio durante la settimana. Ritengo che per arrivare ai massimi livelli , anche se ora sono in Lega pro, devo allenarmi come se fossi Serie A. Mel calcio moderno vanno curati i dettagli e con la società che mi assiste (Media Soccer) riesco a dare il massimo”.
Bonaventura o Kakà, chi è il tuo idolo? “Da piccolo ero milanista e impazzivo per Kakà: volevo somigliare a lui. Ho iniziato nell’A.S.A.R Riccione e dopo un torneo in cui c’era anche l’Atalanta tra le squadre invitate fui notato da Polistina. Feci un provino con loro e andai anche a segno contro l’Inter. Fui preso e da lì è partita la mia storia con l’Atalanta. Ho fatto tutta la trafila, Giovanissimi
Qual è il tuo ruolo preferito, visto che sei stato un po’ ovunque nella fascia: “Preferisco giocare da mezzala o da esterno di un centrocampo a cinque. Ho avuto la possibilità di ricoprire anche altri ruoli, come terzino o seconda punta. Caratteristiche? Penso la velocità, l’agilità e la resistenza. Tecnica? Non ho osato aggiungerla perché non spetta a me dirlo, ma dicono che è buona (ride). In cosa devo migliorare? Sicuramente la forza fisica, anche se i giovani come me devono sempre ambire a crescere sotto tutti i punti di vista”. Segui altri sport, come passi il tempo libero? “Mi piace l’Nba , è una grandissima passione, ma purtroppo non posso fare tardi la notte. Grazie a Sky mi registro le partite e me le guardo con calma il giorno dopo. Tra le cose che mi rilassano di più ci sono le passeggiate in riva al mare: le faccio la mattina presto, l’aria a quell’ora ha un profumo speciale. Poi il lunedì mi incontro con tutti i miei amici, in particolare quelli che giocano. Ci facciamo lunghe chiacchierate, ormai sono diventate un appuntamento fisso e a me piacciono tantissimo. Prima delle partita poi ascolto tanta musica: mi tranquillizza molto”.
Simpatico, intelligente, preparato, “Tommi” sfata il luogo comune sui giovani calciatori. Merito anche di papà Davide che giocò con Del Piero a Padova. Con i biancoscudati Tentoni senior fece anche l’esordio in A, che poi ritrovò con il Perugia di Gaucci, Nakata, Ze Maria e Rapaic:“Mi dà sempre tanti
Sogno? “Ne ho due, anzi, tre! Giocare in serie A con l’Atalanta. Poi un giorno mi piacerebbe giocare in Europa, magari nel Milan visto che da piccolo ero rossonero. Poi quello più grande, vestire la maglia della Nazionale. Ma piedi per terra e un passo alla volta. Per adesso mi basterebbe fare almeno 5 o 6 gol in campionato, sperando che servano a salvare il Forlì“. La tradizione atalantina continua, un altro “ragazzino terribile” è pronto a stupire tra i grandi.