Foggia, parla De Zerbi: “Non mi dimetto, squadra e pubblico sono con me. Dispiace aver saputo di contatti con altri allenatori…”
La settimana post San Valentino ha spezzato i mille cuori rossoneri: prima il pareggio interno con il Matera, poi la sconfitta di Lecce, hanno arenato, infatti, la corsa del Foggia di Roberto De Zerbi verso la promozione. Come se non bastasse la mini crisi di risultati, la domenica foggiana è stata decisamente tormentata da una serie piuttosto bizzarra di eventi: la società, infatti, ha messo l’allenatore in discussione, sondando anche la disponibilità di eventuali sostituti, salvo poi tornare sui propri passi, dando così fiducia al proprio condottiero.
Una domenica indigesta, quindi, che De Zerbi ha dovuto ingoiare amaramente: nell’odierna conferenza stampa, infatti, l’allenatore rossonero ha fatto trasparire tutto il suo rammarico, facendo il punto della situazione: “E’ chiaro che non è stata una bella settimana. Passare da 13000 spettatori che cantano divertiti contro il Matera alla sconfitta di Lecce, non è bello. Ma questo è il calcio, si può ribaltare tutto. La società ha la piena facoltà e il totale diritto anche di aver pensato al cambio. Mi dispiace un po’ la modalità, ovvero di esserlo venuto a sapere da altre persone prima che dai diretti interessati”.
“Non so se sono capace, se sono esperto o meno, però so che sto dando tutto, come ho fatto da giocatore e come sto facendo da allenatore. Sento questa piazza mia più di Brescia, perché lì ci ho giocato poco. Sono legato talmente tanto, che in alcune occasioni mi sono esposto fin troppo per assumermi le mie responsabilità. Mi spiace di aver saputo da altri che sono stati contattati altri allenatori. La squadra si è stretta a me totalmente, ed è una cosa che succede di rado. I giocatori devono svegliarsi. Mi fa piacere anche l’affetto della gente. Nel bene e nel male, io ho sempre portato rispetto, ho sempre onorato questa piazza, e do sempre il massimo”.
E gli obiettivi? De Zerbi ne parla: “Il mio sogno era ed è quello di vincere il campionato. Ho fatto di tutto per rimanere, anche rifiutando le proposte che voi tutti sapete. Se andrà male, la colpa sarà mia. Dimissioni? Non esiste una possibilità su un milione che io dia le dimissioni. Se faccio un gesto del genere, do io il segnale di arrendermi, e non esiste. Se la società ha cambiato idea su di me, non mi cambia tanto. Io vado avanti per la mia strada, cercando di rispettare tutto e tutti dando il massimo. A volte mi prendo anche responsabilità non mie, ma solo per il bene della squadra e perché mi sento di far tutto pur di vincere il campionato. Da ora in poi non si può perdere alcun secondo, voglio arrivare in fondo, e alla fine si vedrà il da farsi. Incontro con la società? C’è stato ma ho detto quello che sto dicendo a voi. Ci sta un allenatore messo in discussione, è un diritto della società. I consigli e il confronto, anche sulla formazione li accetto da tutti. Però poi le scelte le faccio io. La squadra si è esposta ed è una cosa che mi rende felice. Ma è chiaro che dobbiamo far di più, la società ha investito tanto. La piazza ti toglie quando le cose non vanno, ma ti dà tanto quando le cose vanno bene”.
Ma la squadra ha dei limiti? “Sicuramente abbiamo dei limiti. Nella singola partita, è una squadra che ha pochi difetti. Sul lungo andare, abbiamo invece evidenziato dei difetti di cattiveria e di attenzione. Alcune partite abbiamo giocato e abbiamo segnato, e abbiamo concesso anche di più. Ma la partita sbagliata è quella di Lecce. Nelle altre sono stati altri tipi di errori.
Abbiamo ancora la possibilità di far tutto e di non far niente. Dobbiamo capire che adesso ci stiamo giocando la possibilità di fare un’impresa, da come la vedo io. Ognuno di noi, per primo io, dobbiamo fare un’esame di coscienza. Se al 41’ contro il Matera c’è tutta la gente in piedi, significa che tutto quello che abbiamo fatto non è proprio da buttare.
Mercato di gennaio? Arcidiacono è arrivato perché Maza in quel momento era fuori e non sapevamo quando doveva rientrare, e Floriano accusava ancora dei problemi. Lanzaro preso perché ci mancava uno che ricopriva il ruolo di centrale destro. Di una punta con caratteristiche diverse ne avevamo bisogno, l’abbiamo cercata ma il mercato ci ha detto di no”.
A cura di Francesco Beccia