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Focus Reggiana – L’inaugurazione del Giglio, la prima storica in A con Marchioro e ora il nuovo corso. Grammatica: “Piazza ha riportato entusiasmo, dagli States ci segue sempre”

Let’s go o #daicandom, con tanto di hashtag. Senz’altro totalmente dipendente. Lo cantano i tifosi, lo canta una città. Lo certifica la storia, lo sentenziano i numeri. A Reggio la Reggiana non è solo una squadra di calcio. E’ una passione, un elemento di forte aggregazione. Allo stadio o nei bar, nei vecchi punti di ritrovo. Che già c’erano ai tempi del Giglio o del Mirabello. Trasuda storia la Reggio calcistica. La prima, storica promozione in Serie A con Giuseppe Marchioro negli anni ’90. Poi la salvezza contro il Milan, a San Siro con la rete di Massimiliano Esposito. E il Mirabello, uno spettacolo: 10/12 mila persone unite insieme sotto un unico vessillo che albeggiava maestoso in ogni angolo dello storico stadio. O di quello precedente, il Giglio: 27mila spettatori nella gara d’apertura contro la Juventus. Primo stadio di proprietà di un club, ripreso anche dalla mitica saga di Holly e Benji. Numeri, ricorsi, amarcord: Reggio vive di calcio. Lo ama, lo coccola, lo apprezza.

Ma spesso le passioni vengono spazzate via. Rimangono, si affievoliscono: nulla scompare mai del tutto. Il fallimento degli anni duemila: disillusione e disincanto. Reggiana costretta a ripartire dalla C2, perché? Non lo meritiamo! Lo domanda, a voce altissima, una piazza, una tifoseria che meriterebbe qualcosa di ben diverso. Estate 2016, una nuova, l’ennesima svolta. Ma questa è diversa, totalmente. Dall’amicizia con il direttore generale Maurizio Franzone, il divo del baseball Mike Piazza si avvicina al club. Sarà la passione per l’Italia, i suoi avi sono siciliani, sarà per quella tifoseria, quella città che respira calcio in ogni dove. Il 1 luglio diventa il nuovo presidente della Reggiana con il 60 %. Reggio si infuoca (on fire, come Guidone!). La giustificata diffidenza iniziale – dopo tante, troppe, immeritate delusioni – lascia ben presto il posto ai sorrisi, ad un nuovo entusiasmo. Ben lontano dalla sua Miami, ma sempre presente. Vicino alla squadra, allo staff. Ai tifosi, soprattutto. #daicandom, c’eri mancato. Infrastrutture importanti – prima fra tutti il Mapei Stadium, la vicinanza a Milano e una zona economicamente molto florida. Piazza ne è rimasto subito affascinato. Troppo forte la tentazione di provare un brivido, una suspense tutta nuova, che solo il calcio può regalare.

Il presente – Quarto posto, insieme al Pordenone, nel girone B di Lega Pro. Piena zona playoff, 51 punti. Una stagione davvero importante, in campo e non solo. “Per noi è l’anno zero, siamo in linea con quanto c’eravamo prefissati. Abbiamo riportato entusiasmo in città e soprattutto – spiega il direttore sportivo Andrea Grammatica ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – le squadre del settore giovanile sono quasi tutte al vertice nei rispettivi campionati. L’unico rammarico è quel mese di dicembre così negativo…”. Pragmatismo e razionalità, come sul mercato. Una bella rivoluzione (non d’ottobre): Carlini, Riverola, Genevier, Contessa. “Avevamo bisogno di esperienza e maturità”.

Nuove esperienze, sui generis. Poche settimane fa, ad esempio, la Reggiana è finita sul New York Times in un reportage su Mike Piazza: “Lui negli States ha una grande levatura, ovviamente. E’entusiasta, ci stimola. Chiede report settimanali, si informa costantemente. Almeno una volta al mese viene per una settimana, dieci giorni. E’ l’esempio di chi attraverso il talento è riuscito ad arrivare ai massimi livelli. E si vede: riesce sempre a trovare le parole, i contenuti giusti per motivare tutti”.

Che poi per Grammatica la Reggiana è stata una sorta di primo amore. E il primo amore… “Non si scorda mai. Dieci anni fa, Alessandro Pane mi volle come collaboratore tecnico e mi ritrovai a 26 anni, per la prima volta, a vivere uno spogliatoio. Mi ricordo un riscaldamento di Cremonese-Reggiana sotto il settore ospiti, 2mila persone che cantavano insieme. Un’emotività incredibile, davvero”. Vive in centro Grammatica, gli piace molto il contatto con i tifosi… “Spesso mi fermo al bar a parlare con loro. Qui si vive la Reggiana ogni istante”.

Passione e organizzazione. Tre motti, tre hashtag: #daicandom, #Regiaisonfire (ripreso dal motivetto Guidone is on fire, con cui i tifosi omaggiano ogni gol dell’attaccante) e il classico #CuoreGranata. Cuore grande, che pulsa storia e calcio, del quale a Reggio si è davvero #totalmentedipendenti.