Fiorentina, Sousa: “Il mercato è un periodo di instabilità mentale. Rossi? Dimostra di voler migliorare”
Un secondo posto in classifica che luccica e brilla di luce propria, una trasferta impegnativa da affrontare con il massimo impegno e qualche sfumatura di mercato che non guasta mai. Questi ed altri i temi affrontati da Paulo Sousa durante la conferenza stampa tenuta in vista della sfida di Palermo, dove la Fiorentina spera di conquistare il tanto agognato primo posto:
“La sosta non è arrivata nel momento più opportuno, la squadra stava giocando bene, stava vincendo e quando vinci vuoi dare sempre continuità. Tuttavia era importante ridurre l’intensità mentale e fisica. E’ stato un momento per stare in famiglia, perchè passiamo più tempo in campo che con i nostri cari.. Al rientro abbiamo lavorato bene e adesso speriamo di ripartire al meglio”.
Parentesi mercato anche per Sousa che, tuttavia non si sbilancia: “Credo che per una società ma principalmente per i giocatori, il mercato sia un periodo di instabilità mentale. Per le squadre perchè devono valutare in poco tempo se rivedere o meno la pianificazione e la strategia societaria, per il calciatore perchè deve dare il meglio per convincere il proprio team a confermarlo. Quando si acquista un giocatore non bisogna solo pensare all’individuo e alle sue qualità, ma va valutato anche il suo possibile ambientamento in squadra. Giuseppe Rossi? Dimostra sempre tanta voglia di allenarsi e migliorare. Adesso ho bisogno di equilibri quindi tutte le parti devono lavorare affinchè tutti gli equilibri coesistano. Io cerco di aiutare i ragazzi e di renderli felici”.
Infine Sousa analizza da vicino la gara con il Palermo: “Sarà una partita difficile, vogliamo dare continuità ai nostri risultati, non cambieremo la nostra idea di gioco. Il Palermo è una squadra che punta molto sull’aspetto fisico e sui duelli corpo a corpo, possono darci delle difficoltà se rimaniamo larghi tra le linee, se non giocheremo da collettivo sarà difficile vincere. Li rispettiamo ma non cambieremo la nostra identità. Per domani sono tutti disponibili anche Kuba. Io non alleno, io costruisco. Il mio lavoro è finalizzato a creare un processo duraturo, si avete capito bene, processo non progetto, perchè il processo non indica una fine mentre il progetto si”.