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Dejà-vu Verre: una magia per rilanciare la Samp

Finisce con Chiesa che non si dà pace. Ha appena preso il palo, al 95'. Poteva essere il tiro del 2-2, non lo è stato per questione di centimetri. Chissà se sarà questo il suo epilogo in viola. La Juventus lo vuole e lui a Torino ci andrebbe volentieri. Che peccato, nel caso, finirla così. Con una sconfitta e un urlo di gioia rimasto strozzato in gola. Il primo a consolarlo è stato Audero, che in bianconero è cresciuto sotto i consigli di Buffon. A fine partita lo ha abbracciato. Quante battaglie con Federico nelle giovanili. Come nella Coppa Italia Primavera del 2016, quando Emil volò all'incrocio per deviare un suo missile. Quattro anni fa, ma sembra passata una vita. 


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Gol alla… Verre

Nell'altra metà campo del Franchi esulta invece Valerio Verre. Ha appena regalato i tre punti alla Samp, che a Firenze aveva vinto solo una delle ultime 14 partite. Ha rotto il tabù con una prodezza del classe 1994: rinvio di Audero – di nuovo lui – controllo elegantissimo nonostante le raffiche di vento e pallonneto ai danni di Dragowski, che basso non è: "Uno dei miei gol più belli", dirà poi Valerio. Una magia alla Totti, suo idolo insieme a De Rossi come ogni romanista che si rispetti. Anzi, un gol alla… Verre: perché – e si torna al 2016 – con la maglia del Pescara segnò un pallonetto da 40 metri. Dall'altra parte c'era il Trapani di Cosmi che, affranto in panchina, scoppiò in lacrime per poi essere consolato da Oddo. Era una finale playoff e quello fu il gol promozione segnato da un ragazzo che, lanciato da Luis Enrique, qualche anno prima era stato usato come "merce di scambio" dalla Roma per Destro e Benatia.


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L'anno scorso con il Verona ha giocato la sua miglior stagione. 33 presenze, non si è scomposto nemmeno dopo il lockdown. Merito del preparatore e del suo programma. Lui lo esegue, tutti i giorni sul tapis roulant per smaltire quello che mangia. Colpa della noia, che lo porta ad aprire il frigorifero un po' troppo spesso. A fine prestito è tornato alla Samp, che lo prese nel gennaio 2017. Ranieri lo ha apprezzato fin da subito in ritiro. Al Franchi lo ha inserito al 70' al posto di un Damsgaard esaurito da Chiesa. Vlahovic fa subito 1-1, il var annulla il nuovo vantaggio di Tonelli. Niente paura, ci ha pensato lui con una magia. Davanti agli occhi di Iachini, non poi così tanto increduli. Lo conosce, lo ha avuto non ancora maggiorenne a Siena e Palermo. Ci ha sempre visto grandi doti. 

Infinito Quagliarella


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La Samp reagisce alle sconfitte con Juve e Benevento. L'anno scorso vinse la prima partita alla quarta giornata, poi un lungo digiuno fino alla 14esima. Ora il calendario dice Lazio e Atalanta, ma l'orologio di Ranieri non sembra più così inceppato, come lo aveva definito lo stesso allenatore. Fra Verre e Quagliarella ci sono undici anni di differenza. Fabio gli ha fatto i complimenti, in effetti sembrava quasi un suo gol. Le danze le ha aperte lui su rigore, gol numero 12 segnato in carriera alla Fiorentina. Lì, dove tutto è cominciato nel 2002 quando il club era fallito e si chiamava Florentia Viola. Non lasciò il segno, la sua esperienza – la prima fra i professionisti – durò appena qualche mese prime del ritorno al Torino. Oggi è il terzo marcatore di sempre in Serie A con la maglia della Samp. E' arrivato a quota 87, superando Vialli. Mancini, a 132, è lontano. Ma non così tanto per un campione senza tempo.