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Lafont, un gigante al Franchi: il Napoli sbatte sulla muraglia francese

Decisivo su Mertens e Zielinski, miracoloso sempre sul polacco nella ripresa. Il Napoli inciampa (ancora) al Franchi, sbattendo sui guantoni di Lafont. Dalle difficoltà iniziali alle parate contro gli azzurri. Pioli ha trovato il suo muro

Dal sole di aprile alla pioggerellina fredda di inizio febbraio. Dai sogni scudetto ad una Juventus lontana otto punti e con una partita in meno. Cambiano le prospettive (anche l’albergo, con Ancelotti che ha optato per Coverciano come sede del ritiro) ma non il sapore del Franchi per il Napoli. Stadio stregato, da quattro anni a questa parte. L’ultima vittoria risale alla stagione 2014/2015, così come l’ultima volta che gli azzurri erano rimasti a secco di gol per tre trasferte consecutive. A questo giro Inter, Milan e infine la Fiorentina appunto. Insomma, la palla non vuole proprio entrare. Dai tre gol di Simeone ai miracoli di Lafont: cambia tutto ma alla fine è come se non fosse cambiato niente.

Già, l’immagine di Simeone che si porta a casa il pallone resta un triste ricordo. A fermare gli azzurri sono le parate del giovane francese. Decisivo su Mertens e Zielinski. Miracoloso sul polacco ad inizio ripresa, quando con un riflesso felino ne mura la conclusione a botta sicura: “Vedo lui fra i pali e sto tranquillo” spiega Pioli. Beh, adesso cominciano ad esserlo anche i tifosi.

Sì, perché non è stato sempre così. 9 dicembre, Sassuolo-Fiorentina finisce 3-3. Lui sbaglia qualcosa di troppo e finisce sommerso dalle critiche. Simbolo di una squadra che non vince da oltre tre mesi, troppo per un ragazzo che ha compiuto 20 anni solo da qualche giorno. Alban decide di chiudersi in se stesso e di trovare conforto nella famiglia. Nel padre, che lo raggiunge in Italia per Natale. Nel fratello Florian, di tre anni più grande e appassionato di bodybuilding. Lui che, fin dall’inizio dell’avventura in viola di Alban, ha scelto di condividerne la villa a Fiesole.

Nella gara di andata con il Napoli era stato costretto ad uscire dal campo a causa dell’infortunio al bicipite femorale della coscia destra. Contro il Napoli, ma a Firenze, è stato probabilmente il migliore in campo. Sesto clean sheet in campionato. Idoli? Un certo Alisson, anche se ad ispirarlo sono Lloris e Mandanda: “Non è facile, ma provo sempre a farmi trovare pronto” le sue parole nel post gara. Beh, ci sta riuscendo eccome.

Il “Donnarumma di Francia”. Lo hanno soprannominato così dopo l’esordio a 16 anni in Ligue 1. Il più giovane di sempre a debuttare, anche più di Frey, che a Firenze portano sempre nel cuore. A sbattergli più volte addosso, invece, è stato Cavani. Chissà cosa avrà pensato nel guardare alla tv i tentativi della sua vecchia squadra. Il Psg , due stagioni fa, non gli ha segnato nemmeno un gol fra andata e ritorno. Non male per uno che fino a 14 anni faceva l’attaccante e si ispirava a Van Persie. Poi la necessità di sostituire il portiere della sua squadra, i due rigori parati e la maglia numero 9 che viene definitivamente sostituita dall’1.

“È un ottimo portiere, lo aspetta un grande futuro”. Lo dice Ancelotti, al quale Lafont ha fatto inarcare più volte il sopracciglio nella fredda serata del Franchi. Che ha portato la Fiorentina a ottenere il quinto risultato unico consecutivo in campionato. Il treno Europa è lì, vicino e condito dal sogno Coppa Italia. Molto dipenderà anche dalle parate di Alban. Piccolo fra i grandi. Gigante per una sera. Con l’obiettivo di rimanerlo per sempre.