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Bulgarelli, il Milan e ‘fratello’ Ikoné. Maleh: “Fiorentina, ora l’Europa e magari un trofeo”

Intervista al centrocampista della Fiorentina, Youssef Maleh

Della sua semplicità e della cura maniacale dei dettagli te ne accorgi subito. “Hai la cover del telefono uguale alla mia. Rossa”. Prime parole che un po’ sorprendono, dette con un sorriso accennato in riferimento al telefono tirato fuori dalla tasca e appena appoggiato sul tavolo per registrare. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un ragazzo riservato, ma soprattutto un grande professionista, a discapito dell’età. Tanto che ai tempi del Venezia preferiva fare stretching e curarsi in disparte, invece di fare il torello di inizio seduta. “Chi te lo ha detto? Non ho memoria di questo, ora comunque a Firenze lo faccio. È obbligatorio, fa parte dell’allenamento”. Parla così Youssef Maleh a Gianlucadimarzio.com. 

 

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Serie A conquistata in laguna e giocata in riva all’Arno per il classe 1998, nato a Bologna da famiglia marocchina. Due città d’arte, ma diverse. “A Firenze mi sto trovando bene, sia dentro che fuori dal campo. E’ una città splendida. Qua ci sono più pressioni perché è una piazza più importante, con una grande storia. Vivo in centro con la mia ragazza. In particolare mi piace andare ai giardini di Boboli, ci sono stato anche di recente, ma ci sono tanti altri posti molto belli. Ho anche portato una bicicletta per uscire e viverla a pieno, ma non come Igor che ancora non ha la patente”. Scherza Youssef, che sui social viene spesso chiamato Giuseppe o Peppe. 

Gli inizi a Portonovo e il provino al Milan

Dalla provincia di Bologna al capoluogo toscano per realizzare il suo sogno. “Ho iniziato nel campo davanti a casa, a Portonovo che è il paese di Giacomo Bulgarelli, con gli altri bambini. La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio fratello, che gioca ed è un grande appassionato, ma ne parliamo in famiglia anche con mio padre e mia sorella. Il mio idolo era Messi, oggi non ho riferimenti. Guardo i migliori e cerco di imparare il più possibile. Il mio ruolo è sempre stata la mezzala, anche se quando ero più giovane ho giocato anche da trequartista e da esterno”. Una famiglia che ha lasciato nel 2012 quando è andato al Cesena, anche se prima c’era stata la possibilità di andare a vivere a Milano e vestire la maglia rossonera. “Avevo superato il provino con il Milan al Vismara, che è anche l’unico che ho fatto. Non ricordo bene come mai non sono rimasto, mi sembra per l’età: dovevo aspettare i 14 anni e allora abbiamo preferito restare più vicino a casa. E’ stata comunque un’esperienza molto bella”. Zero rimpianti però. “Se sono arrivato sin qui penso che rifarei tutto del mio percorso. Sicuramente qualche volta ho sbagliato, ma dagli errori si impara e servono per crescere. Me li porto comunque dietro come qualcosa di positivo, anche se erano negativi in quel momento”.

 

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“Zanetti e Dionisi sono più verticali, Italiano ricerca il palleggio”

Dopo il fallimento del Cesena, Maleh è passato al Venezia, dell’allora ds Valentino Angeloni, che oggi è il responsabile del settore giovanile della Fiorentina. Il prestito al Ravenna, il ritorno in laguna e la promozione in A. Ma prima, a gennaio 2021, è arrivata la firma con il club viola. “Ero in scadenza di contratto e mi misero fuori rosa per un mese. Il mio procuratore mi disse che c’era l’interesse della Fiorentina, che poi si è concretizzato e sono rimasto in prestito. Non esitai un secondo nell’accettare questa squadra e penso che nessuno lo farebbe”. Zanetti, Dionisi in arancioneroverde e ora Vincenzo Italiano.  “Penso che sia un allenatore che cura tanto i dettagli e questo ha fatto la differenza in questa stagione. Anche gli scorsi anni ha saputo coinvolgere tutti i giocatori, con lui nessuno sa se gioca o meno. Questo è positivo. Da ex centrocampista capita che ci dia dei consigli, ma in generale lo fa con tutti. Capita anche che ti fermi fuori dal campo, negli spogliatoi o nei corridoi per perfezionare qualcosa che non è andato bene in allenamento. Cerca di trasmettere qualcosa di diiverso in campo, rispetto a Zanetti e Dionisi che sono più verticali, mentre lui ricerca più il possesso della palla”. Diverso anche nei modi, viste le esultanze sotto la Fiesole dopo la vittoria contro la Roma: “Era un periodo non positivo. Venivamo da 4 sconfitte consecutive, tra campionato e Coppa Italia, quindi si è lasciato andare, come giusto che sia”.

 

L’aneddoto con Ikoné e gli obiettivi futuri

A Firenze ha trovato un gruppo compatto, cosa non scontata dopo due stagioni in lotta per la salvezza. “Penso di aver legato con tutti, sono ragazzi molto disponibili e umili. Saponara mi ha dato una grande mano all’inizio della stagione: lui è una grande persona e cerca di tenere tutti uniti, anche nei momenti negativi. Poi parlo molto con Amrabat, che è mio connazionale”. E sui nuovi Ikoné e Cabral: “Arrivano da due realtà importanti ed è normale che ci voglia un po’ di tempo per adattarsi, ma si stanno adattando bene e sono cresciuti molto rispetto all’inizio. Possono solo migliorare e possono darci una grande mano in questo finale di stagione”. Proprio una frase del francese sui social è diventata virale, soprattutto nell’ambiente fiorentino, dopo la vittoria in Coppa Italia contro il Napoli: “Mangia bene mio fratello”. “Lui usa Google Traduttore e si vede che ha tradotto male dal francese all’italiano, ma penso che volesse dire che mi ha servito un cioccolatino inteso come assist”.

  

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La scorsa estate, nella conferenza stampa di presentazione a Moena aveva dichiarato che il suo obiettivo era convincere Italiano a restare a Firenze, visto che si parlava di un possibile ritorno in prestito al Venezia o magari allo Spezia. Oggi è reduce da una stagione con 32 presenze, 3 gol e 4 assist tra campionato e Coppa Italia. “Penso che il bilancio sia positivo, sia a livello personale che di squadra. A inizio stagione avrei messo la firma a giocare così tante partite. Sono molto felice. Il momento migliore credo sia stato tra dicembre e gennaio, quando ho iniziato ad avere un po’ di continuità. Ho anche segnato il primo gol in Serie A proprio al Bologna e ho ricevuto diversi messaggi di persone che conoscevo per farmi i complimenti. Il periodo peggiore invece credo sia stato quando la squadra non ha ottenuto i risultati e di conseguenza si fa più fatica. Ora dobbiamo pensare alla Sampdoria e poi alla Juventus per cercare di fare più punti possibili per raggiungere il nostro obiettivo”.  E riguardo al futuro: “Ci sono tanti aspetti che devo migliorare e col tempo lo farò. Voglio crescere stagione dopo stagione in termini di minutaggio, gol, assist, e la posizione in classifica per quanto riguarda la squadra. Voglio raggiungere qualcosa di importante con la Fiorentina, magari qualche trofeo”. Ambizioni, fame, ma piedi per terra. Un mix che sin qui si è rivelato vincente, così come sogna possa essere il suo futuro.