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Fiorentina, il ritorno di Corvino: “Sono a casa mia. Vogliamo vincere”. E annuncia Freitas come nuovo ds viola

La Fiorentina e Pantaleo Corvino si ritrovano. Abbracci, sorrisi, entusiasmo. Tutto pronto per la seconda avventura di quello che sarà il “direttore generale dell’intera area tecnica” (come il presidente Cognigni ha precisato) nella sua Firenze: esperienza al servizio dei Della Valle e di Paulo Sousa. Sensazioni, progetti e strategia di mercato nell’incontro con la stampa di oggi nella sala conferenze dell’Artemio Franchi:

“In questa stanza ho visto tanti volti familiari. È stato un bel momento, vorrei non terminasse mai. È una situazione meravigliosa, sono a casa mia – ha detto Corvino -. Ho notato questo sentimento quando sono entrato dalla porta principale nello stadio nel guardarlo, ed anche in ogni stanza in cui sono entrato. Insieme, nel bene e nel male, abbiamo condiviso tanti momenti durante i miei precedenti sette anni. Con voi, in famiglia, vorrei parlare di tutto tranne che di calcio, ma è ovvio che abbiamo altre mansioni e dunque devo parlare di cose serie. Una piccola introduzione. Sapendo di entrare qui dentro dovevo pensare cosa dire a due cose: inizio da quando sono andato via, con la squadra in sofferenza ma a pochi punti dall’Europa, quando un brutto momento familiare mi ha fatto andare via; oppure inizio parlando dello striscione che quando sono venuto qui da avversario ho visto in curva Fiesole; o, ancora, inizio da dove partiremo? Ecco, ho pensato alla proprietà della Fiorentina, tra le poche solide in Italia, con valori importanti. Parlando con il mister ho detto che dobbiamo lottare per il vertice, facendo gli straordinari in maniera virtuosa per il lavoro in campo e fuori. Parlare di budget è fuori tema, vogliamo mantenere il nucleo migliore. Durante il mercato faremo le nostre operazioni tenendo conto delle nostre esigenze, degli obiettivi e del Fair Play Finanziario. In passato siamo stati vicini a raggiungere qualche traguardo, abbiamo perso in semifinale di Europa League ai rigori, in Tim Cup siamo arrivati in semifinale, abbiamo sfiorato i quarti di Champions, ma cosa è mancato non so. Oggi vogliamo lavorare per mettere qualcosa in bacheca. Il sogno è arrivare in fondo in ogni competizione, con tanto lavoro. Voglio creare una struttura funzionale, ci sarà un nuovo direttore sportivo, Carlos Freitas, che è stato con me per tanti anni e che conosco bene. Abbiamo chiamato Jorgensen e qualcun altro per supportarmi anche per la zona scandinava. Voglio una struttura salda, con dei capi per ogni area geografica. Serve tempo, ma siamo in grado di capire se qualcosa si può fare o no. La nostra necessità sarà avere rosa di 25 giocatori con 4 cresciuti nel settore giovanile e 4 italiani. Facendo una analisi mi è dispiaciuto constatare che non vedo tante soluzioni per trovare questi 8 elementi. Oggi facciamo fatica a fare valutazioni senza questa priorità. Bernardeschi? È una risorsa del nostro settore giovanile e della prima squadra. Sarà per noi un patrimonio che ripartirà con noi quest’anno. Dovrò essere capace di capire cosa è raggiungibile e cosa no. Nel pensare a Rui Costa, che stimo, ho subito capito che, stando al Benfica, era impossibile da prendere. Non l’ho mai contattato, se non per parlare di calciatori ma non mi rispose. Forse era occupato. Volevo chiamarlo solo per chiedergli se c’era qualche calciatore da prendere in considerazione. Da parte mia resta grande l’intenzione di costruire una grande squadra, ma ci vorrà del tempo. A Sousa ho detto che siamo due contadini che devono mettere insieme le loro energie. Due poveri contadini, un concetto che mi è venuto. Ljajic? Questa è una fase in cui non abbiamo messo in moto questi aspetti. Ne parleremo in altre occasioni”.

Questo, invece, il ‘bentornato’ del presidente Cognigni: “Sono felice di ritrovare una persona che ha avuto sempre la Fiorentina nel cuore e che oggi torna a casa. Non dimentichiamo quello che ha fatto a Firenze in passato sia per risultati sportivi che per aver portato campioni, riuscendo a capire prima di altri i profili che sarebbero diventati campioni. I cicli finiscono, a volte c’è bisogno di una pausa ed è quello che è successo con Pantaleo. Abbiamo un passato importante, ma vogliamo guardare ad un futuro ancora più importante. Vogliamo rimodellare questo percorso di crescita nel comparto tecnico sia in prima squadra che nel settore giovanile. Vogliamo portare campioni, gente affamata, ambiziosa e sente la maglia addosso, volendo sposare la nostra filosofia. Non torna come semplice direttore sportivo, ma con una qualifica che la sua maturità impone, direttore generale dell’intera area tecnica. Stiamo valutando nuovi profili per uno staff sempre più competente. Il FPF è una norma imposta dall’alto, tra un paio di anni sarà operativa anche nel nostro campionato. Significa ottenere il massimo mantenendo un sano equilibrio finanziario, per questo è necessario strutturarsi”.