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Fiorentina, Pradè: “Parlerò con Chiesa. Società non chiede plusvalenze”

Inizia la conferenza e gli suona il cellullare: “Segnale Gps interrotto”. Un sorriso, qualche risata. Anche perché Daniele Pradè conosce molto bene dove si trovi. Lui e la Fiorentina, di nuovo insieme. Tre anni dopo l’addio, anche se ne sembrano trascorsi 20 da quando lasciò il centro sportivo a bordo della sua smart grigio-verde. Nel frattempo a Firenze è cambiato tutto, dalla proprietà alla squadra. Di uguale è rimasto solo Montella. Tante quindi le cose da chiedere: “Rispondo ad ogni domanda” la promessa. Mantenuta, motivo per cui il ds parla senza peli sulla lingua per oltre un’ora.

Alla faccia delle timidezza inziale, dell’emozione che lo costringe a ritardare l’inizio di una decina di minuti. Giusto il tempo per tranquillizzarsi, poi lo show: “Inizio con un grazie. Un grazie detto con il cuore. Un grazie a Joe Barone e al presidente Commisso, che appena mi ha visto mi ha scelto. Mi ha detto che lui a 70 anni va più veloce di me che ne ho 52”. Fast, fast, fast il motto del nuovo presidente: “Il mio però è più keep calm – spiega Pradè – abbiamo già stabilito un piano, ho un tetto salariale più alto degli anni precedenti. La nostra difficoltà adesso è quella di avere 73 contratti in essere, più due in rientro. Circa 60 di questi non sono funzionali al nostro progetto. Bisogna assolutamente snellire tutto questo, perché il monte ingaggi è molto alto per questo motivo. Sarà un lavoro duro, molto difficile e lungo. Ho preso possesso di tutto, adesso ci mettiamo al lavoro a testa bassa”.

Spazio alle emozioni, come il ricordo di Astori: “La mia prima esperienza qui finì in modo inaspettato. Quando uscì l’ufficialità dell’addio, mi chiamarono tutti. Uno dei primi fu Davide, che mi ringraziò per averlo portato in questa città meravigliosa. Non era mai stato così grato a qualcuno. Gli promisi che un giorno saremmo tornati a lavorare insieme. eccoci qui”. Occhi commossi, applausi.

Poi spazio ai nomi accostati alla Fiorentina, perché nella nuova società la chiarezza viene prima di tutto. A partire dalla situazione di Chiesa: “Del suo futuro può rispondere solo Commisso. Per quanto mi riguarda, quando tornerà dalle vacanze, palerò con Federico, a cui spiegherò tutto il nostro progetto. Ci metteremo seduti in maniera molto serena e infine capiremo cosa ha recepito dal nostro discorso. Per ora non c’è stato nessun contatto telefonico, aspettiamo che torni per parlare con lui e suo padre”.


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In primo piano anche il destino di Veretout, che piace alle big del campionato: “Ha chiesto di essere ceduto, vuole essere più competitivo e noi adesso non lo siamo come gli altri ma lo diventeremo. Molte squadre stanno parlando con noi ma nessuno ha presentato un’offerta. Ci ho parlato, è intelligente e disponibile, troveremo una soluzione. Non vogliamo contropartite tecniche”.

Per finire il tema possibili cessioni: “Benassi ci piace, è un giocatore forte. Non abbiamo mai parlato con il Genoa. Si tratta di un ragazzo che deve assolutamente arrivare in Nazionale. Eysseric, Saponara e Cristoforo? Li valuteremo con serenità in ritiro”. Chiosa sui tanti giovani in rosa: Ci piacciono tutti, vogliamo vedere quanto sono pronti. Sono tutti veramente forti”.

Senza dimenticarsi di Simeone, in cerca di riscatto: “E’ un giocatore forte che vogliamo rigenerare, non vedo l’ora di parlarci. Poi dipende tutto dalla testa dei giocatori. Tanto per fare un esempio: Cutrone costa 25 milioni di euro, ma per noi Simeone non è da meno. Quindi cercheremo di motivarlo. Quando le punte falliscono una stagione l’anno dopo devono mangiare l’erba”.

Dal mercato in uscita a quello in entrata. Nessuna fretta: “Il primo colpo non ci sarà prima del 10 agosto”. Bluff o verità? Chi vivrà, vedrà: “Intanto Commisso ha subito organizzato un incontro per capire da Fifa e Uefa come funziona il Fair Play finanziario. E’ molto restrittivo per noi oggi, ci vorrebbe una giornata per spiegarne il funzionamento. La società mi ha colpito molto, perché mi ha detto che non pretende plusvalenze e non teme minusvalenze. Grandi investimenti? L’entusiasmo si crea con il gioco, la serità, la passione. Non comprando Higuain”. Chiarissimo.


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L’Atalanta il modello, L’Udinese come esempio da seguire: “Garantire un risultato sportivo immediato al momento è impossibile. Ci vogliono anni di progetto”. Poi la lunga sfilza di nomi accostati alla Fiorentina: De Paul? Costa troppo, una cifra che in molti in Italia non possono permettersi. Borja Valero? E’ una suggestione, quello che ha dato alla Fiorentina e quanto è fiorentino è tanta roba, solo che ha uno stipendio troppo alto. Biglia e Badelj? Sono calciatori forti, ma con due contratti importanti e il secondo lo ricompreremmo dopo averlo perso a parametro zero. Lirola? Ci hanno fatto una richiesta incredibile. Ounas e Rog? Il secondo non ci interessa, il primo sarebbe adatto per noi”.

Già, perché la Fiorentina ripartirà da un 4-3-3, che si baserà su un play e uno dei due centrali bravi a giocare con la palla: "Pavoletti? Carli mi ha detto che è incedibile, se lo dà via lo linciano a Cagliari. Inglese? Ci piace, ma non è sostenibile a certi costi. Bennacer mi piace tanto e da tanto tempo, ma in questo momento sta facendo molto bene in Coppa d’Africa e ha intenzione di giocare in Europa. Spesso è quello che fa la differenza”.

Infine su De Rossi: “La nostra è stata una sorta di quatto amici al bar. Fra me, Montella e Daniele c’è un rapporto bellissimo, ma non c’è stata nessuna risposta perché da parte nostra non c’è stata nessuna offerta”. Sulla situazione portieri: “Abbiamo deciso di puntare su Dragowski, quindi la partenza di Lafont è stata una nostra scelta. Tuttavia parliamo di un potenziale campione, per questo abbiamo conservato un controriscatto dal Nantes. La nostra volontà è quella di fare sempre operazioni del genere con i giovani, vogliamo evitare casi come Zaniolo. Viviano? Mi piacerebbe avere una figura di carisma nello spogliatoio. Ho passione, ma sono pragmatico. Emiliano sarebbe disposto a mettersi a nostra disposizione, a far crescere Dragowski. Ma un suo arrivo metterebbe una pressione enorme sul polacco”.

Chiusura su Montella, amico prima che allenatore della sua Fiorentina bis: “L’ho trovato non carico, ma stra carico. Ha tantissime idee, l’ho trovato più uomo. So tutto di lui, lo so capie dal volto. Se fallisce qui, per lui sarà un fallimento totale. Perciò il suo impegno sarà al mille per cento”.