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Fiorentina, riecco Benassi: doppietta e fascia per ripartire

Marco Benassi l’ultimo gol con la Fiorentina lo aveva segnato a febbraio. Era sempre Coppa Italia (Vedi qui tabellone), non un quarto turno ma una semifinale di andata. Dall’altra parte non il Cittadella, bensì l’Atalanta. Faceva freddo, però il Franchi era pieno e in panchina c’era Pioli. Commisso la Serie A se la guardava dalla televisione, ora esulta per una notte storica. Firenze sognava un trofeo che mancava da una vita. E lui, Benassi, giocava sempre. A fine anno saranno 33 le partite da titolare e nove i gol totali. Capocannoniere di una squadra alle prese con mille difficoltà, fra cui un Simeone che non riusciva a lasciare il segno.


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Sono passati più di nove mesi e di cose ne sono cambiate. Dopo quel 3-3 con l’Atalanta, il buio. La Fiorentina non vince più (14 gare senza successo), perde a Bergamo, Pioli si dimette, arriva Montella e una clamorosa Serie B viene evitata solo all’ultima giornata con il Genoa. Benassi, inoltre, non è più insostituibile, anzi. Prima del Cittadella, solo tre partite dall’inizio. La prima in Coppa Italia, contro il Monza. Pulgar e Badelj con lui. Castrovilli passa 90’ in panchina, cosa che però non gli succederà più. Il ragazzo cresce anche grazie ai consigli dell’ex Toro e gli ruba il posto.


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Qualche comparsa con Napoli, Samp, Milan e Udinese. Di nuovo in campo dal 1’ con il Sassuolo a fine ottobre. 90’ anche nel ko di Verona, infine il Cittadella che arriva in un Franchi deserto (solo 8mila tifosi) e sogna l’impresa. In fin dei conti non perde da sei partite ed è secondo in B, anche se Venturato fa turnover e tiene fuori anche bomber Diaw per 70’. Montella rischia la panchina, ma si affida lo stesso ai giovanissimi.

Nonostante questo il Cittadella inizia forte, costringe Terracciano ad un paio di interventi. Montella in panchina si mette un cappello viola di lana, si copre le orecchie anche per non sentire qualche mugugno dei tifosi. Commisso è avvolto nel suo cappotto in tribuna, nella speranza di assistere alla prima vittoria dal vivo al Franchi. Dovrà pagare una cena a Benassi, che gliela risolve con una doppietta. Un gol per tempo, prima su assist di Sottil e poi su palla di Ghezzal. Uno sotto una Fiesole quasi vuota, l’altro ai piedi di una Ferrovia deserta.


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Da tanto non gli capitava di segnare così tardi in stagione. L’anno scorso aveva cominciato il campionato con una doppietta al Chievo e la convocazione di Mancini. Al suo primo anno a Firenze aveva segnato al Benevento il 22 ottobre. Solo nella stagione 2014-2015, quando era ancora al Torino, si sbloccò solo a gennaio.

Con il Cittadella è tornato a sorridere dunque. Con la fascia stretta forte al braccio. Esulta in modo rabbioso dopo il primo gol, grida ai compagni “Compattiamoci” dopo l’espulsione di Venuti, che lascia la Fiorentina in 10 dal 27’ del primo tempo. Un leader. “Deve credere più in se stesso”, diceva Pioli. Lui lo ha ascoltato, non si è abbattuto per le tante panchine nonosante soffrisse più di tutti la situazione e ha risposto presente.


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In estate poteva andare via, destinazione Samp. Uno scambio con Praet, che però decide di restare a Genova. Probabilmente anche Benassi non avrebbe lasciato Firenze. O almeno non dopo una stagione terribile come la scorsa. Ora la Fiorentina agli ottavi ritrova l’Atalanta. Là, dove tutto è improvvisamente diventato buio. Benassi spera di trovare un’altra volta luce.